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Programma nazionale Hta: il punto al XIX convegno AIIC

Al XIX convegno Aiic si è fatto il punto sulla situazione della programmazione nazionale Hta, strumento per la valutazione dell'impatto che l'adozione di nuove tecnologie può avere sulla salute

Pubblicato:17-05-2019 18:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:28
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CATANZARO – Al XIX convegno dell’Associazione nazionale degli ingegneri clinici (Aiic), che si svolge a Catanzaro dal 16 al 18 maggio, come di consueto, si è fatto il punto sulla situazione della programmazione nazionale Hta, strumento ormai essenziale per la valutazione dell’impatto che l’adozione di nuove tecnologie, come la dismissione di quelle obsolete, può avere sulla salute.

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Allo stesso tavolo, i rappresentanti delle massime istituzioni nazionali, ministero della Salute e Agenas, hanno dialogato con gli esperti più autorevoli del settore a livello internazionale (Htai) e nazionale, grazie alla presenza di Sihta (Società italiana di Hta).

“L’Hta non è la panacea”, ha spiegato Inaki Gutiérrez- Ibarluzea di Health technology assessment International (Htai) “ma è fondamentale per valutare l’adozione e anche la dismissione di uno strumento tecnologico per la salute”.

Sull’importanza della valutazione dell’utilità di un dispositivo medico, del resto,si è espressa la stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms), tanto che la prevede in tutti i continenti,anche in Africa. Questo sistema di valutazione può essere usato in qualsiasi momento del ciclo vita di una tecnologia, da quando si introduce, a quando è al massimo dell’impiego, fino al disinvestimento. “In alcune aree della Spagna”, ha raccontato Ibarluzea, “una corretta applicazione dell’Hta in un dispositivo ha portato a non ridurre gli outcome clinici risparmiando un milione di euro in una popolazione di due milioni di abitanti”.

Un po’ di strada anche in Italia è stata fatta. Come ha osservato Laura Velardi, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), sta emergendo la necessità “di coinvolgere più interlocutori”. L’Agenzia infatti non si occupa solo di coordinare quanto avviene a livello delle singole regioni, ma di seguire anche le valutazioni di procedure e tecnologie applicando quanto previsto dalla Cabina di regia. “C’è una novità”, ha dichiarato la Velardi. “È in corso la creazione di un Albo di tutti gli enti che possono essere accreditati per la valutazione dell’Hta“.

In questa realtà di valutazione complessa l’ingegnere clinico ha un ruolo tecnico consultivo di primaria importanza. Non a caso la Società italiana di Hta (Sihta) è presente nelle varie fasi decisionali. Il compito tecnico/consultivo di Sihta sta però evolvendo. “Negli ultimi anni”, ha dichiarato Pietro Derrico, presidente di Sihta, “al tavolo dell’innovazione, Sihta ha acquisito un ruolo proattivoproponendo la valutazione sempre più a monte, anche su dispositivi in sviluppo a livello industriale”.

Il cammino però è ancora lungo, “soprattutto in carenza di risorse, specie intellettuali”, ha spiegato Derrico.”Basterebbero pochi milioni di euro per far decollare uno strumento che davvero potrebbe fare la differenza in termini di salute e anche di risparmi”.

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