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Reato di tortura, ok del Senato. Il testo torna alla Camera. Lega: “Criminalizza la Polizia”

Quella che si accinge a fare la Camera sarà la quarta lettura del testo di legge

Pubblicato:17-05-2017 09:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:14

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ROMA – L’aula del Senato ha approvato il ddl che introduce il delitto di tortura nell’ordinamento italiano con 195 sì, 8 no e 34 astenuti. Il provvedimento, dopo le modifiche apportate a palazzo Madama, torna in quarta lettura alla Camera.

Il nuovo testo approvato dal Senato, all’articolo 1 prevede che chiunque, con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minore difesa, è punito con la reclusione da 4 a 10 anni.

Se il reato è commesso da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle funzioni o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o in violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, la pena è della reclusione da cinque a dodici anni. La previsione non si applica nel caso di sofferenze risultanti unicamente dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti.


Se dalla tortura deriva una lesione personale grave le pene sono aumentate di un terzo; se ne deriva una lesione gravissima sono aumentate dalle metà; se ne deriva la morte la pena è della reclusione di trenta anni. L’istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura, a prescindere dalla effettiva commissione del reato, è punita con la reclusione da sei mesi a tre anni. L’articolo 2 stabilisce che le dichiarazioni ottenute attraverso il delitto di tortura non sono utilizzabili in un processo penale. L’articolo 3 non ammette il respingimento o l’espulsione o l’estradizione verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che la persona rischi di essere sottoposta a tortura. L’articolo 4 esclude il riconoscimento di qualunque forma di immunità agli stranieri sottoposti a procedimento penale o condannati per il reato di tortura.

LEGA: GOVERNO CRIMINALIZZA POLIZIA, VOTIAMO CONTRO

“Con la legge sulla ‘tortura’ il partito democratico ha colto al volo l’occasione per fare quello che più gli riesce: criminalizzare la polizia e agevolare l’invasione dei clandestini. Ancora una volta questa maggioranza ha infatti approvato una legge che nulla ha a che fare con il nome che porta. Ovvio che chiunque sano di mente condannerebbe chi si macchia di un reato tremendo come quello di tortura. Peccato che questo provvedimento crei solo confusione. In questa legge si ipotizza che un pubblico ufficiale istighi un reato di tortura condannando il poliziotto alla reclusione da sei mesi a tre anni. Questa è una norma fatta apposta per le forze dell’ordine, quasi a voler dire che prevediamo una fattispecie di reato perché le forze dell’ordine agiscono in questo modo. Cosa falsa e offensiva”. Così Erika Stefani, vicepresidente dei senatori leghisti e capogruppo in commissione giustizia durante la dichiarazione di voto a Palazzo Madama.

“Si tace e si soprassiede continuamente sull’articolo 3, che rende ancora più difficile l’espulsione dei clandestini fornendogli un’ulteriore arma. Ora potranno dichiarare di essere a rischio tortura. Quindi, chiunque entrerà in territorio italiano e verrà qui per chiedere asilo, protezione umanitaria e sussidiaria, il riconoscimento dello status di rifugiato e tutto quello che l’ordinamento italiano mette a disposizione, lo farà sulla base di una eventualità. È ovvio che basterà una mera dichiarazione e si arriverà a bloccare immediatamente qualsiasi espulsione o respingimento. Di fronte a tali assurdi criteri, noi- conclude Erika Stefani- votiamo contro”.

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