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Mauro Mingardi, il falegname pioniere del cinema che girava i “western senza cavalli”

La pellicola, lanciata l'anno scorso, domani sera sarà proiettata al cinema Nosadella

Pubblicato:17-04-2018 14:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:46

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BOLOGNA – La sua storia è quella di un autore sconosciuto ai più, un cineamatore che non volle mai allontanarsi da Bologna e dal suo quartiere, la Cirenaica, dove lavorava come falegname coltivando al contempo la sua più grande passione, quella della pellicola, e cercando di trasformare la via Emilia nella sua personalissima Hollywood. ‘Lui’ è Mauro Mingardi, un artigiano del cinema che ha attraversato mezzo secolo di cineamatorismo, dal pioneristico 8 mm al Super8 alle moderne videocamere, realizzando più di quaranta opere tra lunghi e cortometraggi, e vincendo in tutta Europa decine di premi in festival dedicati a quello che allora veniva chiamato “cinema amatoriale”.

A questo cineamatore della prima ora, che cominciò a girare pellicole dopo essere casualmente entrato in possesso di una cinepresa americana Keystone 8 millimetri, è dedicato un film che ne racconta la vita. Un western senza cavalli, dei giovani registi Davide Rizzo e Marzia Toscano, rende omaggio all’avventura artistica e umana del bolognese 

Tra i riconoscimenti più importanti della sua carriera, Mingardi vinse nel 1970 il Festival Internazionale di Rapallo con Il tempo nel muro, avendo la meglio su Roberto Rossellini ed Ermanno Olmi. Un traguardo impensabile per un  artigiano del cinema.


CHI ERA MAURO MINGARDI

Mauro Mingardi (1939-2009) era un falegname di Bologna. Nel corso della sua esistenza ha scritto, diretto e prodotto western, gialli, film d’avventura, horror e commedie grottesche, film drammatici e sperimentali, trasformando il territorio di Bologna e dell’Emilia Romagna in una piccola Hollywood Padana, girando sempre senza soldi, senza pretese professionistiche, servendosi di amici e parenti, ma con una fantasia, un’artigianalità e una perizia tecnica e artistica tali da renderlo uno dei primi veri “filmmaker” italiani

QUELLA KEYSTONE 8 MILLIMETRI

Una carriera nel mondo della pellicola che ha un inizio da film. Bologna, 1953: in un afoso pomeriggio estivo, una sfavillante limousine bianca attraversa i viali cittadini, fra l’incredulità dei passanti. A bordo c’è Yvonne De Carlo, famosa star hollywodiana dell’epoca: per quale motivo fosse a Bologna nessuno lo sa. La limousine si ferma in una pompa di benzina per fare rifornimento: la De Carlo paga il benzinaio con dei dollari, ma questi rifiuta. Allora l’attrice offre all’uomo una cinepresa Keystone 8mm, e il benzinaio accetta: qualche anno più tardi quella cinepresa arriverà nelle mani del giovane Mauro Mingardi, che da quel giorno inizierà la sua particolarissima attività di regista, anzi di filmmaker.

IL DOCUMENTARIO ORA IN GIRO NELLE SALE D’ESSAI

Presentato in anteprima al Biografilm Festival 2017 a Bologna, il film documentario sarà proiettato all’interno della Rassegna Doc in tour 2018 nelle sale d’essai dell’Emilia Romagna, in collaborazione con Fice Emilia Romagna, Cineteca di Bologna, Cultura Emilia-Romagna, D.E-R Associazione Documentaristi Emilia Romagna e con una proiezione speciale a Milano il 19 aprile al Cinema Beltrade. Stasera (martedì 17 aprile), invece, la pellicola fa tappa al cinema Nosadella  di Bologna alle 19.45.

Una grande storia di passione per un autore nostrano tutto da riscoprire.



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