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Pd difende The kitchen company: “Revocare sfratto”

GENOVA - "Negandole la possibilità di autorigenerarsi, si uccide la cultura. La Regione Liguria mostra ancora una volta

Pubblicato:17-03-2016 16:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:24

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GENOVA – “Negandole la possibilità di autorigenerarsi, si uccide la cultura. La Regione Liguria mostra ancora una volta la sua insofferenza nei confronti della cultura, intesa come valore e come diritto”. Con queste parole il segretario provinciale del Pd Genova, Alessandro Terrile, e la responsabile dem della cultura, Maria Carla Italia, attaccano la giunta Toti sulla riduzione dei finanziamenti alla cultura e al teatro in particolare. “Decidere di privilegiare le iniziative rilevanti e i grandi eventi in un’ottica di fruizione turistica, come espresso dalla giunta nelle linee guida- proseguono in una nota i rappresentanti dem- significa uccidere o condannare all’agonia tutti i soggetti che, sui territori, producono cultura, dando significato e rafforzando ogni giorno il suo valore sociale, che è quello di creare aggregazione, coesione, identità”.

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La presa di posizione del Pd arriva a qualche giorno di distanza dalla notizia che la Regione, dopo tre diffide, avrebbe inviato lo sfratto esecutivo e la revoca della concessione per morosità alla società “The Kitchen Company“, di Massimo Chiesa ed Eleonora D’Urso, che dal 2011 gestisce l’offerta e gli spazi del Teatro della Gioventù, in via Cesarea a Genova, di proprietà dell’ente pubblico. Ad essere contestati sarebbero 17 mensilità di canone per un importo che si aggira attorno agli 85 mila euro. Notizia che segue di poco il taglio ai finanziamenti annuali per le attività di teatro sociale del Teatro dell’Ortica. I democratici sottolineano che la produzione del Teatro della Gioventù è di assoluta eccellenza” e “in quattro anni, ha portato in teatro oltre 300.000 persone, con una media di 8.000 spettatori a spettacolo. Un’attività- ricordano Terrile e Italia- che non si è interrotta nemmeno quando, nel 2014, l’alluvione ha reso inagibile il piano terra e, dunque, il foyer del teatro. Un disagio tuttora irrisolto, che ha reso più faticosa l’attività del TKC, che il pubblico tuttavia ha continuato a premiare con la sua affettuosa e costante partecipazione”. Con lo sfratto, si metterebbe a serio rischio il futuro lavorativo di tutto lo staff che “è composto da una trentina di persone, tra attori e tecnici, ed è composto in prevalenza da giovani under 30”, oltre a disattendere “l’impegno preso con il pubblico fino ad aprile,nei confronti del quale al TKC deve essere consentito e garantito il completamento della stagione”. I rappresentanti del Pd chiedono, dunque, “la revoca dello sfratto e l’impegno per la creazione dei presupposti, anche attraverso una dilazione del debito, affinché TKC possa continuare ad essere tra i protagonisti della produzione culturale cittadina”.

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di Simone D’Ambrosio, giornalista

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