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Lavagna, lo psicologo: “Non è la marjuana, ma la fragilità”

Castelbianco: Giovani vulnerabili e fragili, famiglie sole, puntare su Rete

Pubblicato:17-02-2017 15:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:55

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“Troppi commenti, ma non sempre tutti adeguati”. Federico Bianchi di Castelbianco, noto psicoterapeuta dell’età evolutiva, non ci sta a banalizzare la tragedia avvenuta a Lavagna.

Il direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma da tempo affronta il tema del suicidio giovanile e da altrettanto tempo si impegna per sfatarne i falsi luoghi comuni: “La considerazione più cavalcata sul caso ha riguardato la perquisizione della Guardia di finanza nella casa del 16enne. Certamente non si può morire per pochi grammi di marijuana– concorda Castelbianco- ma affermare, come è stato detto, che se fosse stata liberalizzata la marjuana non ci sarebbe stata alcuna perquisizione, e quindi nessuna tragedia, è una reazione superficiale. Analizzare la situazione da quest’ottica significa non centrare il problema”, chiarisce lo psicologo.

“Sul ragazzo si è abbattuta una situazione che ha determinato una rottura del suo equilibrio. Egli quotidianamente aveva dei grammi di marijuana e la perquisizione gli ha fatto cadere il mondo addosso: ha portato la vergogna dentro casa e gli ha rivelato la sua incapacità nel gestire le situazioni. Una dinamica comune a tutti gli adolescenti- precisa lo psicoterapeuta- ma questa sensazione di incapacità ha frantumato in lui il suo sentimento di onnipotenza, dello stare al disopra dei fatti della vita”.


Il direttore dell’IdO invita tutti a riflettere: “Seppure venisse liberalizzata la marjuana ci sarebbero sempre altre droghe, le pasticche sono ugualmente diffusissime tra i giovani- chiosa lo psicologo-, e allora cosa dovremmo fare? Liberalizzare anche le droghe pesanti per evitare che i Carabinieri entrino nelle case? La questione non è liberalizzare o meno la marijuana, ma il fatto che i ragazzi compiono degli errori di cui poi non riescono a viverne le conseguenze. Parlo di giovani intelligenti e sani, ma anche vulnerabili e fragili. Spesso compiono delle azioni solo per sentirsi all’altezza della situazione, per entrare nel gruppo dei pari- sottolinea l’esperto- e certamente non sono dei delinquenti”.

La madre del 16enne “ha esposto in chiesa il suo pensiero con lucidità e coraggio, addossandosi ogni responsabilità. Nella realtà del mondo giovanile, i genitori che si trovano a contatto con figli che fanno uso di sostanze – e non parlo di uno spinello settimanale, ma quantità di fumo misto ad alcol o all’uso di sostanze più forti – si sentono soli e incapaci nel gestirli. In tanti si rivolgono alle Forze dell’Ordine, molti di più di quanti si possa immaginare”, ricorda Castelbianco. “Le famiglie sono isolate e di fronte a una situazione difficile si chiudono a riccio, manca una rete di aiuto con le altre famiglie”.

L’Istituto di Ortofonologia conosce bene la realtà delle scuole e dei genitori, perché è presente con progetti e sportelli di supporto psicologico destinati a studenti, docenti e genitori: “Mille ragazzi con la paghetta settimanale in tasca sono un mercato florido per gli spacciatori, che usano alcuni adolescenti (a cui danno dosi in omaggio) per smerciare la droga all’interno degli istituti. È una situazione comune a quasi tutte le scuole- denuncia lo psicoterapeuta-, e deve essere interrotta. Ma cosa accade se i cani della Guardia di finanza arrivano in una scuola?- chiede Castelbianco- I primi a gridare allo scandalo sono i genitori, sostengono che è inimmaginabile portare in una scuola pubblica dei cani per cercare la marijuana. In realtà- afferma- temono solo che il loro figlio, che fa uso di sostanze, possa venire individuato. Questo comporta maggiore libertà di spaccio dentro le scuole. Riflettiamo su come noi adulti ci siamo messi in un tunnel, nel quale non vedo alcuna capacità di trovare un modo per uscirne”. Castelbianco conclude con un interrogativo: “Com’è possibile pensare che genitori di ragazzi di 13 o 14 anni possano accettare che il loro figlio vada a scuola e sia sottoposto a proposte di uso di sostanze?”.

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