NEWS:

Terra dei Fuochi. Cantone: “Via ecoballe, grande vergogna d’Italia”

NAPOLI - "Dobbiamo agire sulle cause, e una volta

Pubblicato:17-02-2016 17:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:59

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

raffaele cantoneNAPOLI – “Dobbiamo agire sulle cause, e una volta per tutte facendo quello che si deve fare, e cioè una bonifica delle terre inquinate e cominciare a eliminare una delle più grandi vergogne d’Italia, e cioè gli ammassi di ecoballe, vergogna di cui il Paese ogni giorno dovrebbe fare ammenda”. Raffaele Cantone, presidente dell”Autorità nazionale anti corruzione-Anac, lo dice nel suo intervento alla presentazione del IV rapporto Agrimafie di Coldiretti.

Il tema della rimozione “ora si sta cominciando a prendere in considerazione, e come Anac abbiamo dato disponibilità alla Regione Campania per collaborare su uno degli appalti più complicati dell”ultimo periodo, quello sul come rimuovere le ecoballe dalle province di Napoli e Caserta– dice Cantone- sappiamo benissimo quanto il settore dei rifiuti sia inquinato da una mafia veramente pericolosa, con una quantità enorme di imprese che si occupano di rifiuti che in realtà sono imprese mafIose a 360 gradi”, infatti “il più alto numero di interdittive antimafia è in questo settore”.

Ad oggi, prosegue il presidente Anac Raffaele Cantone, “tutti i nostri rilievi sono stati accolti dalla Regione, e noi abbiamo detto con chiarezza che non faremo la foglia di fico, nè loro ci hanno chiesto di farlo“. Quindi “svolgeremo controlli approfonditissimi- avverte Cantone- perchè questa è la grande occasione di rilancio dell”agricoltura in quelle terre”. Infatti, “quando ci sarà la rimozione visibile delle ecoballe sarà molto più difficile non far valere o provare a far valere strumentalmente studi scientifici o presunti tali- dice Cantone- in quelle terre potremo ottenere risultati quando avremo eliminato le questioni di fondo che giustificano paure ataviche“.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it