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Giornata del gatto, ‘Fuffy’ costa 800 euro l’anno

Il 40% delle famiglie possiede un cane o un gatto, per un totale stimato di circa 10 milioni di amici a quattro zampe

Pubblicato:17-02-2016 14:24
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:59

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GATTO

ROMA – E’ di circa 800 euro l’anno la spesa media di un italiano che condivide la propria vita con un gatto, mentre è di quasi 1800 euro quella per un cane di taglia media, praticamente più di uno stipendio medio. E rispetto a 10 anni fa si spende il 70% in più. A diffondere oggi, in occasione della Giornata del Gatto, l’indagine sui costi degli animali domestici, è l’Associazione Difesa Orientamento Consumatori (Adoc).

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“Il 40% delle famiglie possiede un cane o un gatto, per un totale stimato di circa 10 milioni di amici a quattro zampe – dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc – la spesa media di mantenimento annua è di 1260 euro, per un totale di oltre 12 miliardi di euro. Considerando che la media di vita, sia per un cane che per un gatto, è di circa 15 anni, mantenere un cane per tutta la sua vita costa circa 26mila euro, un gatto si spendono più di 9mila euro. Cifre considerevoli, molto più elevate rispetto a quelle sostenute per altri animali domestici come tartarughe, criceti o uccellini: sebbene per questi ultimi la spesa iniziale sia più sostenuta, nell’ordine di circa 150 euro, comprensiva di acquisto dell’animale, di gabbiette e prime cure. Le spese di ‘gestione’ non superano in media i 300 euro l’anno”.

La spesa è aumentata, dall’introduzione dell’euro, circa il 5% in più ogni anno. Per un gatto, solo per gli alimenti, si spende il 62% in più rispetto al 2001, per un cane la cifra lievita al +86%. Nel 2001, infatti, per mantenere un cane di media taglia bastavano circa 1000 euro l’anno, per un gatto servivano massimo 300 euro. Il 10% della spesa per gli amici a quattro zampe, però, finisce nella pattumiera. “Dalle nostre indagini – conclude Tascini – risulta che il 7% dei prodotti alimentari acquistati non viene utilizzato, perché scaduto o ‘non gradito’ dall’animale, mentre c’è uno spreco di medicinali di circa il 3%. La causa principale è il mal confezionamento, non conforme alla terapia prevista”.

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