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“Quell’etichetta è sessista”. Parte l’esposto delle donne del Pd

Poche parole, che invitano la persona a far lavare e stirare la felpa alla mamma. Tanto, "è il suo lavoro". Un messaggio "sessista", che ha fatto saltare sulla sedia Federica Mazzoni, responsabile donne del Pd di Bologna

Pubblicato:17-02-2015 11:48
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:07

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etichetta sessistaBOLOGNA  – Quella riga scritta in piccolo, in fondo all’etichetta, era proprio indigesta. Poche parole, che invitano la persona che ha acquistato la felpa a consegnarla, per lavarla e stirarla, alla mamma. Tanto, “è il suo lavoro”.

Un messaggio “sessista“, che ha fatto saltare sulla sedia Federica Mazzoni, responsabile donne del Pd di Bologna, che prontamente ha fatto una segnalazione all’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria (Iap). Lo Iap raccoglie infatti denunce di pubblicità considerate offensive, false, violente o volgari. E di recente ha rinnovato l’intesa col Dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio, proprio “per vigilare sulla comunicazione commerciale che non rispetta la dignità della persona”, in primis quella della donna. Mazzoni pubblica su Facebook la foto dell’etichetta. E racconta: “Un’amica si appresta a fare una lavatrice quando nota l’etichetta delle istruzionQuell’etichetta è sessista”. Parte l’esposto delle donne del Pdi di corretto lavaggio della felpa di suo figlio”. All’ultima riga, dopo i soliti consigli su come lavare e stirare il capo d’abbigliamento senza rovinarlo, c’è scritto (in inglese): “Dalla a tua madre è il suo lavoro”.

La responsabile donne del Pd di Bologna critica: “Evidentemente all’azienda non è bastato fornire le necessarie informazioni utile, ha proprio sentito l’esigenza di dire la sua, perpetuando un messaggio sessista nei confronti delle madri e delle donne, denigratorio per gli uomini e i padri. Come se il lavoro delle madri fosse quello di lavare, magari stando in casa e senza avere altra professionalità se non quella del girare la manopola sui 30 gradi del programma dei delicati, che come lo fa la mamma nessuno mai”.


Ma non solo. Con quell’etichetta, “in modo speculare si insultano gli uomini, come se non fossero in grado di fare una semplice lavatrice o proprio non competesse loro”. Per questo, annuncia Mazzoni, “ho avviato una segnalazione al comitato preposto dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria”. Intanto la felpa, aggiunge, “continua a giacere nella cesta della biancheria sporca”.

di Andrea Sangermano

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