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La corruzione oggi, spiegata da Cantone: peggio di Tangentopoli

"Credo che da Tangentopoli ai giorni nostri siano cambiati sostanzialmente i

Pubblicato:17-02-2015 10:14
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:07

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corruzione“Credo che da Tangentopoli ai giorni nostri siano cambiati sostanzialmente i fenomeni corruttivi. Allora, la corruzione tendeva a favorire prevalentemente i partiti politici, adesso ha cambiato veste. Dietro al malaffare allignano lobby affaristiche e in questo ambito la parte politica spesso recita un ruolo da comprimario” Questa l’opinione del presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione Raffaele Cantone, intervistato a Voci del Mattino, su Radio1.

“La vera novità- spiega Cantone- è l’ingresso della criminalità organizzata. Le mafie hanno bisogno di consenso e questo consenso non necessariamente va acquisito con l’intimidazione anzi, la corruzione è molto più vincolante per i pubblici ufficiali di qualsiasi minaccia. Se un amministratore locale lo minacci, in qualche modo te lo fai nemico; viceversa, se lo compri, se lo porti dalla tua parte, sarà molto più semplice poi attivare il percorso corruttivo”.

“Per quanto riguarda gli strumenti di contrasto al fenomeno corruttivo, credo che nel 2012 sia partita una piccola rivoluzione- ha aggiunto Cantone- è stato messo in campo, finalmente, un processo di prevenzione, tale da inserire degli anticorpi e rendere efficiente e trasparente la pubblica amministrazione. E’ una politica nuova, questa che credo possa produrre effetti positivi nel medio-lungo periodo. Ma rispetto ai tempi di Mani Pulite su alcune cose, soprattutto in campo repressivo, oserei dire che siamo peggiorati. Basti pensare alla norma sul falso in bilancio, oggi molto meno severa ed efficace di allora, e al sistema di prescrizione, che rischia di essere più vantaggioso per i corrotti di quanto non lo fosse allora. Temi questi talmente caldi da suscitare anche in Parlamento interesse e discussione su possibili modifiche”.


Sulle statistiche internazionali che, in materia di corruzione, vedono l’Italia collocarsi fra i Paesi più “malati”, Cantone ha detto: “Ho sempre guardato con scetticismo a queste classifiche. Intendiamoci, il livello della corruzione in Italia è elevato, pervasivo, però queste statistiche vengono realizzate più con la logica della percezione che con quella del fatto concretamente verificatosi. Ma la loro attendibilità rischia di essere inversamente proporzionale al loro impatto”.

Esse, infatti, “incidono molto nella realtà, perché gli investitori ne tengono conto e noi, come al solito, siamo bravissimi nel mostrare il peggio di noi, anziché diffondere e promuovere le cose buone che facciamo. Ci sono tante storie pulite, positive- ha sottolineato Cantone- che meriterebbero di essere raccontate. Faccio solo un esempio, anche con una punta di orgoglio: i nostri controlli su Expo 2015 sono stati valutati dall’Ocse, l’organismo internazionale che più studia i fenomeni corruttivi, in modo talmente positivo, da fargli affermare che il nostro sistema andrebbe esportato”.

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