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Desaparecidos, il processo Condor si chiude con 8 ergastoli e 19 assoluzioni

Così si chiude il processo ai responsabili delle repressioni in Cile, Uruguay, Bolivia e Perù

Pubblicato:17-01-2017 17:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:48

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I parenti dei desaparecidos con Maria Elena Boschi

ROMA – In totale i giudici hanno comminato 8 ergastoli e 19 assoluzioni per i responsabili – di nazionalità cilena, uruguayana, boliviana e peruviana – di 42 uccisioni durante le dittature latinoamericane. Assolti quasi tutti e 13, tranne uno, gli ex militari dell’Uruguay. “Questa sentenza ci dà molto dolore” ha detto il vicepresidente uruguayano Raul Sendic, secondo ‘Radio Uaruguay’. Ora le famiglie delle vittime avranno la possibilità di fare ricorso in appello, essendo questo il primo grado di giudizio. L’Italia è l’unico paese europeo ad aver avviato un processo in contumacia per far luce su uccisioni commesse da militari e altre persone fedeli ai regimi dittatoriali in America Latina tra gli anni Settanta e Ottanta. Anche Jorge Troccoli – ex capo dell’intelligence – è stato assolto “per mancanza di prove”.

Tutti sono rimasti molto sorpresi dall’esito di questo pronunciamento, come riferisce la giornalista di ‘Radio Uruguay’. In un primo momento gli imputati erano 33, poi si sono ridotti a 32 a causa di cinque persone che nel frattempo sono decedute. Il processo Condor si è aperto il 12 febbraio del 2015, e prende il nome dal ‘Plano Condor‘, una strategia elaborata dai militari insieme alla Cia per imporre regimi dittatoriali in tutto il continente sudamericano, fermando così il diffondersi delle idee socialiste o di governi vicini all’Unione Sovietica.

di Alessandra Fabbretti, giornalista


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