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La visita di Papa Francesco in Sinagoga

ROMA - Papa Francesco ha visitato oggi la Sinagoga di Roma. Giunto a Largo XVI ottobre, il Papa è

Pubblicato:17-01-2016 15:28
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:48

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ROMA – Papa Francesco ha visitato oggi la Sinagoga di Roma.

Giunto a Largo XVI ottobre, il Papa è stato accolto dal Presidente della Comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, dal Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna, e dal Presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia.
Papa in Sinagoga

Il Pontefice ha deposto i fiori sulla lapide che ricorda la deportazione degli ebrei romani nel 1943 e ha percorso poi Via Catalana, fino all’effige in ricordo di Stefano Gai Taché, il bambino ucciso nell’attentato terroristico del 1982. Anche qui ha deposto una corona di fiori e incontrato la famiglia Taché e i feriti nell’attentato.


Quindi ha raggiunto a piedi il Tempio Maggiore, accolto dai Vice Presidenti Claudia Fellus e Ruben Della Rocca al cancello d’ingresso della Sinagoga. Sulla scalinata l’incontro con il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni e insieme sono entrati nella Sinagoga dove, con la Comunità romana, sono presenti esponenti di diverse Comunità ebraiche d’Europa.

“Toda’ raba’”. Grazie mille. Così, in ebraico, Papa Francesco ha preso la parola nel Tempio Maggiore di Roma per ringraziare la Comunità ebraica “della calorosa accoglienza”.


Il Papa, proseguendo il suo discorso, ricorda: “Le nostre relazioni mi stanno molto a cuore”. E “nel dialogo ebraico-cristiano c’è un legame unico e peculiare, in virtù delle radici ebraiche del cristianesimo,  ebrei e cristiani devono dunque sentirsi fratelli, uniti dallo stesso Dio”.

“Con questa mia visita seguo le orme dei miei Predecessori. Papa Giovanni Paolo II venne qui trent’anni fa, il 13 aprile 1986; e Papa Benedetto XVI è stato tra voi sei anni or sono. Giovanni Paolo II, in quella occasione, coniò la bella espressione ‘fratelli maggiori’, e infatti voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede”, ricorda Papa Francesco intervenendo alla sinagoga di Roma.

“Tutti quanti apparteniamo ad un’unica famiglia, la famiglia di Dio, il quale ci accompagna e ci protegge come suo popolo”, sottolinea.

“Insieme, come ebrei e come cattolici, siamo chiamati ad assumerci le nostre responsabilità per questa città, apportando il nostro contributo, anzitutto spirituale, e favorendo la risoluzione dei diversi problemi attuali. Mi auguro che crescano sempre più la vicinanza, la reciproca conoscenza e la stima tra le nostre due comunità di fede”, afferma.

PAPA RICORDA VITTIME SHOAH DI ROMA: MAI DIMENTICARE LACRIME – “Il popolo ebraico, nella sua storia, ha dovuto sperimentare la violenza e la persecuzione, fino allo sterminio degli ebrei europei durante la Shoah”. Così Papa Francesco intervenendo alla sinagoga di Roma.

“Sei milioni di persone, solo perché appartenenti al popolo ebraico, sono state vittime della più disumana barbarie, perpetrata in nome di un’ideologia che voleva sostituire l’uomo a Dio. Il 16 ottobre 1943, oltre mille uomini, donne e bambini della comunità ebraica di Roma furono deportati ad Auschwitz. Oggi desidero ricordarli in modo particolare: le loro sofferenze, le loro angosce, le loro lacrime non devono mai essere dimenticate”. E “il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro. La Shoah ci insegna che occorre sempre massima vigilanza, per poter intervenire tempestivamente in difesa della dignità umana e della pace. Vorrei esprimere la mia vicinanza ad ogni testimone della Shoah ancora vivente; e rivolgo il mio saluto particolare a coloro che sono oggi qui presenti”, conclude. (foto pubblicata su twitter dall’editor della Civilta’ Cattolica Antonio Spadaro).

Papa_Disegni_Sinagoga

“AVANTI DIALOGO, LEGAME INSCINDIBILE TRA CRISTIANI ED EBREI” –  “La dimensione teologica del dialogo ebraico-cattolico merita di essere sempre più approfondita, e desidero incoraggiare tutti coloro che sono impegnati in questo dialogo a continuare in tal senso, con discernimento e perseveranza”.

“Proprio da un punto di vista teologico, appare chiaramente l’inscindibile legame che unisce cristiani ed ebrei. I cristiani, per comprendere sé stessi, non possono non fare riferimento alle radici ebraiche, e la Chiesa, pur professando la salvezza attraverso la fede in Cristo, riconosce l’irrevocabilità dell’Antica Alleanza e l’amore costante e fedele di Dio per Israele”, sottolinea.

Il Papa ha concluso il suo intervento dicendo “shalom aleichem” (la pace sia con voi).

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