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Tunisia, Jamaity: “Lavoro delle Ong complementare al Governo”

Disoccupazione e sicurezza i problemi principlai

Pubblicato:16-12-2016 15:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:26

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ROMA – “Il bilancio delle attività delle ong internazionali – 195 in tutto nel Paese – e degli uffici tecnici dei governi terzi è molto positivo. Rispondono ai bisogni economico-sociali del Paese e agiscono in maniera complementare rispetto all’azione del governo”. Ne è convinto Sofien Asta, responsabile per le relazioni con i partner tecnici e finanziari per l’associazione tunisina Jamaity, una piattaforma pensata per mettere in comunicazione le varie anime della società civile con le istituzioni di governo, promuovendo eventi, programmi, attività di vario genere ma soprattutto raccogliendo informazioni.

La Tunisia dal 2011 è afflitta da due problemi che, secondo Sofien Asta, impattano direttamente sulla qualità della vita e dei servizi: la disoccupazione giovanile da un lato, e la sicurezza dall’altro. “E’ da tre anni che la disoccupazione si attesta intorno al 15%, colpendo in particolare le donne (23.2%, contro il 12,50% degli uomini). Nel terzo trimestre del 2016 si sono registrati 30mila disoccupati in più. Secondo stime della Banca Mondiale- prosegue- nel 2015 il 60% la classe media, che conta 1,9 milioni di persone, ha guadagnato in media meno di 800 dinari al mese, circa 330 euro”.

Alle istituzioni gli attivisti chiedono anche maggior sicurezza, per scongiurare nuovi attacchi terroristi che hanno inferto un duro colpo al settore del turismo, alimentando a sua volta al numero degli occupati. Positivo il fatto che la società civile dal 2011 ha intrapreso un percorso di responsabilizzazione, ed è quindi molto attiva nell’organizzare manifestazioni e scioperi, ma anche momenti di dialogo e raccolta di dati e idee sul territorio.


L’obiettivo, sottolinea Sofien Asta, è “ottenere numeri e informazioni chiare da fornire al governo, per metterlo nelle condizioni di intervenire laddove c’è bisogno, e nel modo più giusto”. Con l’Ufficio tecnico per la Cooperazione allo sviluppo italiana “abbiamo avuto modo di collaborare: abbiamo chiesto dati sulle attività, e ci ha fornito tutto senza problemi”, conferma il responsabile di Jamaity, che conclude: “questo lavoro d’equipe è fondamentale per trovare soluzioni di lungo periodo”.

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