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Multe Portonaccio, Comune di Roma corre ai ripari: “E’ la pioggia ad aver cancellato le strisce”

Si è tenuta oggi presso il Giudice di Pace di Roma la discussione del primo ricorso cumulativo

Pubblicato:16-11-2017 10:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:54

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ROMA – Si è tenuta oggi presso il Giudice di Pace di Roma la discussione del primo ricorso cumulativo presentato dall’associazione dei consumatori Codici per conto di un gruppo di cittadini sanzionati per “la ben nota vicenda della violazione della corsia preferenzialefantasma‘ di via di Portonaccio“.

Lo fa sapere la stessa associazione dei consumatori, che racconta ciò che è accaduto. Roma Capitale “si è costituita in giudizio attraverso un suo funzionario il quale, come prevedibile, ha contestato tutti i motivi di doglianza sollevati. Fin qui tutti prevedibile. Quello che non era prevedibile è stata la posizione assunta da Roma Capitale in relazione al rifacimento della segnaletica orizzontale della corsia preferenziale. La difesa di Roma Capitale, infatti, ha depositato alcune fotografie, risalenti al 20 aprile 2017 dove è possibile vedere alcuni operai, di notte, impegnati nella realizzazione della striscia gialla della preferenziale. Altre fotografie ritraggono la realizzazione della stessa striscia gialla, questa volta però datate 11 luglio 2017″.

La domanda, secondo il Codici, “sorge spontanea: se la striscia gialla della corsia preferenziale è stata realizzata nel pieno rispetto della normativa fin dal 20 aprile (cosa peraltro contestata) perché Roma Capitale avrebbe dovuto provvedere al rifacimento appena due mesi dopo, in data 11 luglio? La risposta del funzionario Delegato di Roma Capitale, il dottor Lorenzo Romani è stata straordinaria- scrive l’associazione-. Secondo il funzionario, infatti, la striscia gialla era stata regolarmente realizzata fin dal 20 aprile, ma, a causa di eventi atmosferici e pioggia, la stessa si sarebbe deteriorata (ipotizzando, in verità anche la possibilità che i materiali utilizzati nella realizzazione della striscia stessa non siano stati di primissimo ordine), rendendo pertanto necessari urgenti lavori di ripristino della stessa segnaletica, realizzati l’11 luglio”.


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Ma “la parodia”, racconta ancora il Codici, “non è finita qui. Lo stesso funzionario Delegato ha prodotto in giudizio, affermandone la dignità di atti pubblici e come tali contestabili esclusivamente con querela di falso, alcune note protocollate di Atac, con la quale la stessa azienda di trasporti dichiarava la regolarità della segnaletica della corsia preferenziale. Tuttavia a fronte della nota prot. 180088 del 21 luglio 2017 della Polizia Municipale di Roma Capitale, prodotta dai ricorrenti, con cui il Dott. Antonio Di Maggio, direttore dell’ufficio Pianificazione operazioni, ha espressamente dichiarato che ‘la segnaletica presente risulta ancora insufficiente, […] sarebbe necessario procedere, quanto prima, alla realizzazione di idonea segnaletica sia verticale che orizzontale’, il funzionario Delegato di Roma Capitale ha voluto verbalizzare che tali affermazioni sono esclusivamente ‘opinioni personali’. La difesa di Roma Capitale non può far altro che difendere le posizioni dell’amministrazione con il rischio di cercare di difendere l’indifendibile e di sfociare nel ridicolo, come accaduto questa mattina presso gli uffici del Giudice di Pace di Roma. Il problema però è a monte, nella gestione politica di tutta la vicenda. Roma Capitale, infatti, nell’arco di 5 mesi è intervenuta ben tre volte ad integrare la segnaletica. Eppure, fin dai primissimi giorni dalla riattivazione della corsia preferenziale vi erano evidenti segnali che c’era qualcosa che non andava”.

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Secondo Codici, infatti “otto mila, nove mila sanzioni al giorno (nella prima settimana, questa è stata la media) avrebbero dovuto quanto meno suggerire all’amministrazione capitolina di sospendere le rilevazioni delle violazioni e intervenire ad integrare la segnaletica stradale, cosa che, appunto, è stata effettuata solo dopo la contestazione di centinaia di migliaia di verbali inviati a decine di migliaia di cittadini. La conseguenza sono decine di migliaia di cause, ricorsi al prefetto e ricorsi al Giudice di Pace, che ingolfano gli uffici giudiziari; ci troviamo di fronte ad interventi della magistratura contabile e, visto quanto continua ad emergere, dovremo provocare anche un intervento della Procura della Repubblica di Roma”.

“Tutto questo doveva essere evitato- dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale Codici- Era necessaria una risposta politica, tempestiva e immediata. L’amministrazione capitolina ha invece preferito attestarsi su una posizione a dir poco incomprensibile, lasciando incancrenire la situazione”.

“Un vero e proprio insulto per le decine di migliaia di cittadini che, incappati nella corsia preferenziale, nella migliore delle ipotesi, nelle aule giudiziarie, vengono descritti da Roma Capitale come distratti e inetti alla guida, e nella peggiore come i ‘furbetti‘ della corsia preferenziale. Solo che nel caso di specie stiamo parlando di lavoratori, di pendolari, di mamme che portavano figli a scuola, o genitori che portavano figli a fare terapia che per anni hanno percorso il tratto di strada”, prosegue la nota.

“L’amministrazione capitolina- dichiara Carmine Laurenzano, Responsabile dell’Ufficio Legale Codici- evidentemente incapace di comporre e sintetizzare i vari interessi in ballo, anziché cercare di limitare i danni, ha preferito riversare totalmente su queste persone la propria negligenza e l’incapacità“.

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