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Riaffiora iscrizione a Pompei: cambia la data dell’eruzione

Potrebbe essere il 24 ottobre 79 dc

Pubblicato:16-10-2018 17:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:41

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POMPEI – “Oggi al Parco Archeologico di Pompei abbiamo presentato una scoperta straordinaria avvenuta nell’ambito dei nuovi cantieri di scavo: un’iscrizione che cita la data del 17 ottobre del 79 d.C., a supporto di quelle teorie che sostengono che l’eruzione del Vesuvio possa essere successiva al 24 agosto”. Con queste parole il ministro dei Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli, ha annunciato stamattina l’eccezionale ritrovamento avvenuto all’interno della Regio V degli Scavi Archeologici di Pompei: un’iscrizione a carboncino che supporta la teoria che la data dell’eruzione fosse a ottobre e non ad agosto. La scritta è, infatti, datata al sedicesimo giorno prima delle calende di novembre, corrispondente al 17 ottobre. L’iscrizione si trova in un ambiente di una domus in corso di ristrutturazione e si presume possa essere stata scritta una settimana prima della grande catastrofe che sarebbe, secondo questa ipotesi, avvenuta il 24 ottobre.

“I nuovi scavi – aggiunge Bonisoli – rappresentano l’eccezionale competenza del nostro Paese che nasce dall’impegno costante delle strutture statali nella ricerca e nella tutela, dal lavoro d’equipe interdisciplinare e di alta specializzazione che viene portato avanti con la collaborazione delle Università italiane e internazionali, dall’utilizzo di tecnologie estremamente avanzate. Tutto questo crea un modello virtuoso che può e deve essere esportato in altre realtà analoghe e soprattutto nei siti considerati minori solo perché ancora non hanno flussi turistici rilevanti”.

Nella Regio V dove sono in corso gli interventi finanziati dal Grande Progetto Pompei riaffiorano anche due dimore di pregio con preziose decorazioni. Vengono alla luce, integre dai lapilli e con diverse suppellettili, la Casa con giardino, con il bel portico affrescato e gli ambienti decorati da megalografie, e la Casa di Giove, con le pitture e gli eccezionali mosaici pavimentali dalle raffigurazioni senza precedenti. Iscrizioni e ulteriori resti delle vittime aggiungono altri dettagli alla storia dell’eruzione e della città antica.


“Questo grande intervento di stabilizzazione dei fronti, fondamentale per la salvaguardia del sito – dichiara il direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna – ci ha anche consentito di rivivere l’emozione di nuove interessanti scoperte, grazie a scavi oggi condotti secondo le metodologie più all’avanguardia, utilizzando tecnologie moderne e con una squadra multidisciplinare di professionisti in confronto continuo. Ci sta permettendo, inoltre, di osservare e documentare con grande dettaglio gli scavi condotti nel passato, grazie alle numerose tracce di cunicoli di epoca borbonica che stiamo rilevando e che raccontano la storia di un’epoca di scavo, completamente differente dalla nostra nell’approccio metodologico e nelle finalità stesse”.

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