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Migranti, Natali (Oim): “L’Africa scommette sulle diaspore”

"Oggi chi vuole rientrare dalla Francia o dal Belgio per avviare un’impresa e’ costretto a fare i conti con le difficoltà aggiuntive che incontra qualunque straniero"

Pubblicato:16-10-2018 12:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:41

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DAKAR (SENEGAL)  – “In Africa c’e’ una consapevolezza nuova rispetto alle diaspore” sottolinea Claudia Natali, esperta di mobilita’ del lavoro e sviluppo umano presso l’ufficio di Dakar dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). In un’intervista con l’agenzia ‘Dire’ riferisce di rimesse inviate dal Ciad, di un movimento di protesta in Camerun o di un incontro fissato per novembre a Niamey dai ministri del Lavoro di Niger e Libia. Fatti che hanno un minimo comun denominatore: la necessita’, ora avvertita con chiarezza dai governi africani, di mettere le risorse e le competenze acquisite all’estero dalle diaspore al servizio dello sviluppo nazionale. “Un caso esemplare e’ la mobilitazione in Camerun contro il divieto di doppia nazionalita’” spiega Natali: “A oggi chi vuole rientrare dalla Francia o dal Belgio per avviare un’impresa e’ costretto a fare i conti con le difficolta’ aggiuntive che incontra qualunque ‘straniero'”.

Negli ultimi anni, proibizioni analoghe sono state contestate e abolite in Ghana, Niger e Togo. “I governi considerano le diaspore quasi una manna, come fossero in grado di risolvere tutti i problemi” sottolinea Natali: “In Gambia, dopo le elezioni e la caduta del presidente Yahya Jammeh lo scorso anno, e’ stato perfino creato un dipartimento per le Diaspore in seno al ministero degli Esteri”.

Le aspettative riguardano le comunita’ emigrate in Europa, ma non solo. I dati confermano che i lavoratori dell’industria petrolifera del Ciad sono ormai la terza fonte per le rimesse inviate in Camerun. C’e’ poi il caso Libia: Tripoli promuove l’incontro di Niamey perche’, nonostante le devastazioni del conflitto civile, ha bisogno di un flusso regolare di lavoratori nigerini.


“I flussi tra Paesi del continente sono agevoli nell’area compresa tra il Golfo di Guinea e il Sahel, dove l’appartenenza condivisa alla Comunita’ economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas/Cedeao) ha cancellato l’obbligo dei visti” evidenzia Natali. “In questa regione Oim coordina diversi progetti tesi alla valorizzazione delle diaspore, come quello al via in Guinea Bissau, Guinea e Gambia per un valore di tre milioni di euro su tre anni, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo”.

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