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Cinema nei villaggi in Senegal per mostrare la verità sull’inferno delle migrazioni

Anche in Senegal è arrivato il progetto CinemArena, un progetto storico che ora verrà riproposto nelle rotte subsahariane

Pubblicato:16-10-2017 06:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:47

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ROMA – “Portiamo il grande schermo nei villaggi dove la spinta a lasciare il proprio Paese è più forte”: Alessandra Testoni, coordinatrice emergenza e migrazione a Dakar dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), parla con la DIRE dell’arrivo in Senegal di CinemArena. Un progetto storico, che si concentra ora sulle rotte subsahariane, nel tentativo di informare e rendere consapevoli i candidati alla partenza.

LA PRIMA PELLICOLA SCELTA E’ STATA “LA PIROGUE”

Ieri c’è stata la conferenza stampa di presentazione nella sede dell’ambasciata italiana a Dakar, con decine di giornalisti locali. E c’è stato, soprattutto, l’inizio delle proiezioni. “Alla periferia di Kaolack gli spettatori erano più di 500” racconta alla DIRE il capo progetto Andrea Borgarello: “Abbiamo proposto ‘La Pirogue‘, un film del regista senegalese Moussa Touré che parla proprio di migranti, lo spunto ideale per confrontarsi e provare a mettere a fuoco problemi, nodi, prospettive”.



PROGETTO GIA’ TESTATO IN BURKINA FASO

L’idea, testata nei mesi scorsi in Burkina Faso, è favorire il dibattito nei villaggi e nelle comunità. “Un contributo prezioso viene da chi è tornato e può informare sulle difficoltà e i falsi miti legati alle migrazioni” riprende Testoni. “Poi ci sono i mediatori, rappresentanti delle comunità, conoscitori di lingue e dialetti locali, tramite indispensabile per comunicare dove strade asfaltate e corrente elettrica non arrivano”.

FILM SULLE MIGRAZIONI (MA NON SOLO) FINO AL 19 NOVEMBRE

Le serate, con film sul tema delle migrazioni ma non solo, con una preferenza per registi e attori locali, andranno avanti fino al 19 novembre. Il tempo necessario per avviare un dibattito, secondo Testoni: “Vogliamo essere tramite tra chi è partito e chi è restato nei villaggi, offrendo anche la prospettiva di chi è riuscito a trovare un’alternativa e a investire con orgoglio in Senegal”. A collaborare sono anche attivisti locali, a partire Africulturban e Afrique Positive. “Movimenti – conferma Borgarello – che animano e ispirano le periferie di Dakar e non solo”.

di Vincenzo Giardina, giornalista professionista

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