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Ciampi, presidente partigiano, nel tricolore il legame con Pertini

Da segnalare anche la sua battaglia contro la riforma della Costituzione pensata da Silvio Berlusconi nel 2006

Pubblicato:16-09-2016 16:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:04

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ciampi2ROMA – Uomo austero, riservato, schivo. Quando da ministro o presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi veniva in Parlamento, i suoi uomini davano ordine ai commessi di tenere a distanza i giornalisti parlamentari: vietato avvicinarsi e fare domande. Invece durante le visite in giro nel Paese era contento di stare in mezzo ai cittadini che sempre lo salutavano con gioia, di stare in mezzo a loro e stringere mani. Da ricordare, mentre si avvicinava la scadenza del suo mandato al Quirinale e qualcuno propose di ricandidarlo, il suo fermo ‘NO’: “Confermo la mia non disponibilita’ a candidarmi per un secondo mandato.Nessuno dei precedenti nove presidenti della Repubblica- disse- e’ stato rieletto. Ritengo che questa sia divenuta una consuetudine significativa. È bene non infrangerla. A mio avviso, il rinnovo di un mandato lungo, qual e’ quello settennale, mal si confa’ alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato”.

Da segnalare anche la sua battaglia contro la riforma della Costituzione pensata da Silvio Berlusconi nel 2006: “La Carta e’ viva e attuale. E’ la mia Bibbia civile. Opporsi al nuovo testo non significa essere conservatori” spiego’ allora Carlo Azeglio Ciampi intervistato da Massimo Giannini di Repubblica, motivando il suo ‘No’ al Referendum confermativo, dove poi i cittadini bocciarono la riforma del centrodestra. In quell’occasione Ciampi sottolineo’ che il “pacchetto” di modifiche costituzionali messo insieme dalla Casa delle Liberta’, come avevano detto l’ex presidente della Consulta, Valerio Onida, e il costituzionalista Gustavo Zagrebelski, rischia di “minare il funzionamento delle istituzioni”. Modifiche di portata piu’ ampia, aveva piu’ volte detto Ciampi durante la sua permanenza sul Colle “non possono essere affidate solamente ad una parte, sostenendo che vi e’ una maggioranza che ha i voti e le fa passare a tutti i costi, salvo poi fare ricorso al referendum finale…”. E comunque qualunque modifica dovrebbe assicurare “la coerenza e la funzionalita’ del quadro costituzionale, nel suo insieme e in tutte le sue parti”.

L’ossequio di Ciampi per la Costituzione lo collega a un altro amatissimo presidente della Repubblica: Sandro Pertini. Nei confronti del predecessore, come lui protagonista della Resistenza, Ciampi ha nutrito profonda ammirazione. “Sentiva la sua presidenza come una missione”, ricordo’ lo stesso Ciampi nel 2003, durante una vacanza a Selva Val Gardena, la stessa localita’ in cui Pertini soggiornava. “E’ stato il primo ad avere il coraggio di tornare a parlare di Patria, di baciare il tricolore. La sua elezione e’ stata una boccata d’ossigeno, un segno di sollievo, di buona speranza in una nazione arroventata dalla criminalita’ terroristica, incerta sul proprio futuro, dubbiosa sulla capacita’ di tenuta delle istituzioni. Esemplare fu la sua costante preoccupazione di assicurare a un tempo gli equilibri politici di governo e i diritti dell’ opposizione a difesa dell’ ordinamento democratico”.


 

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