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L’ambasciatore d’Algeria Bereksi: “Avanti con l’Italia e le pmi”

Focus sulla legge per gli investimenti, volano dello sviluppo oltre gli idrocarburi

Pubblicato:16-06-2017 12:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:25

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ROMA – Duecento imprese già operative, nel settore energetico ma non solo, con la prospettiva di presenze nuove e di un rafforzamento della rete delle Pmi: Abdelhamid Senouci Bereksi, ambasciatore d’Algeria in Italia, parla con la DIRE di economia, di sviluppo e di una nuova legge per gli investimenti. Uno strumento, le norme appena entrate in vigore, al servizio di un ulteriore salto di qualità nei rapporti tra i due Paesi.

Le relazioni economiche sono la locomotiva della cooperazione italo-algerina” premette Bereksi. “Nel territorio nazionale operano circa 200 società italiane, attive soprattutto nel comparto energetico ma anche in altri settori. Nell’ambito della sua politica volta a diversificare l’economia dagli idrocarburi, abbiamo approvato una legge di promozione degli investimenti che prevede esenzioni e agevolazioni a favore degli investitori”.

L’arrivo di capitali stranieri, secondo Bereksi, può essere decisivo per l’occupazione e lo sviluppo sociale. “E’ importante proiettarsi nel lungo termine, guardando agli Obiettivi di sviluppo sostenibile e investendo sulle energie rinnovabili” sottolinea l’ambasciatore. Convinto che l’esperienza italiana in questo settore sia “molto interessante” e che la cooperazione con Roma possa portare frutti.


“In linea generale privilegiamo un adeguamento del know-how italiano alle realtà algerine” dice Bereksi. Consapevole che il suo Paese abbia vantaggi da offrire a livello internazionale. “Abbiamo la fortuna di avere una società giovane e dinamica e un quadro legislativo assolutamente adeguato per questa categoria della società, si tratti di sostegno all’impiego o di prestiti”. Le opportunità sono molteplici, allora, e vanno al di là del ruolo di Eni e delle forniture di metano.

“L’Italia possiede diverse competenze che suscitano l’interesse dell’Algeria, nel settore dell’edilizia in generale e del restauro dei beni e dei monumenti in particolare” spiega l’ambasciatore.

“Poi ci sono le Pmi articolate attorno a segmenti specifici, senza dimenticare i settori della formazione e del turismo“. Potenzialità al centro della cooperazione bilaterale e di una prossima visita del presidente italiano Sergio Mattarella ad Algeri su invito del suo omologo Abdelaziz Bouteflika.

Un appuntamento destinato a confermare l’importanza dei rapporti da un punto di vista sia quantitativo che qualitativo. A oggi l’Italia assorbe oltre il 16 per cento delle esportazioni algerine, per un valore di quattro miliardi e 779 milioni di dollari. E Roma è rimasta referente privilegiato nonostante una riduzione del peso specifico degli idrocarburi nel paniere delle esportazioni del Paese nordafricano, passate da 32 miliardi di dollari a circa 27. Oltre ai numeri e all’economia ci sono però la qualità e la profondità dei rapporti, con la storia e la cultura. Bereksi cita grandi “nativi algerini” come Sant’Agostino, Santa Monica o Lucio Apuleio di Madaura, filosofo platonico padre della composizione del romanzo.

Il colloquio continua con le vittorie e le ferite del Novecento, col pensiero che corre a ‘La battaglia di Algeri’ (1966), il film-testimonianza di Gillo Pontecorvo. L’ambasciatore: “Gli algerini riconoscono che tante figure politiche ed intellettuali italiani hanno manifestato il loro sostegno alla guerra di liberazione nazionale ma anche alla stabilità del loro Paese, investito da un’ondata di terrorismo negli anni ’90”.

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