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Deposito nucleare nazionale, si accelera sulle possibili aree. Oggi Sogin presenta gli approfondimenti tecnici

Prosegue il percorso che porterà alla realizzazione del deposito

Pubblicato:16-06-2015 08:24
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:23

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nucleareProsegue il percorso che porterà alla realizzazione del deposito nucleare nazionale italiano di superficie. Oggi, infatti, come confermano le parti interessate, Sogin – la società pubblica incaricata del decommissioning e della realizzazione della struttura – consegnerà a Ispra gli approfondimenti tecnici sulla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il deposito, approfondimenti richiesti dai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente lo scorso 16 aprile. Ispra, quindi, una volta ricevuti gli approfondimenti, li girerà a Sviluppo e Ambiente.

I due dicasteri, a quel punto, emetteranno il nulla osta alla pubblicazione della Cnapi da parte della sogin. Una volta pubblicata la carta – oggetto sinora di uno stretto riserbo vista la tendenza dei territorio a irrigidirsi nel noto effetto Nimby – partirà il processo di consultazione pubblica.

Gli elementi tecnici oggetti delle precisazioni richieste da Mse e Matt sono stati necessaria “ad avere tutti gli elementi necessari ad esprimere il nulla osta sulla carta delle aree potenzialmente idonee”, precisa chi è informato dei fatti, soddisfacendo una richiesta “avanzata come da quadro normativo di riferimento”.


“La richiesta di informazioni tecniche è stata inoltrata, come previsto dal quadro normativo, per avere tutti gli elementi necessari ad esprimere il nulla osta sulla Carta delle aree che nei mesi scorsi era stata esaminata anche dall’Istituto superiore per la protezione ambientale”, precisa Sogin sul suo sito. Al termine, è previsto che ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell’Ambiente comunichino il loro nulla osta affinché Sogin pubblichi la Cnapi.

La pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione, che culminerà in un seminario nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati.

Il deposito nazionale “è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi- ricorda Sogin- la sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca”.

Insieme al deposito sarà realizzato il Parco tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.

Il Deposito – spiega Sogin – è una struttura con barriere ingegneristiche e barriere naturali poste in serie, progettata sulla base delle migliori esperienze internazionali e secondo i più recenti standard Aiea (Agenzia internazionale energia atomica) che consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività.

Dei circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, il 60% deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro.

“Il trasferimento dei rifiuti radioattivi in un’unica struttura garantirà sia la totale sicurezza per i cittadini e l’ambiente sia il rispetto delle direttive europee- conclude Sogin- allineando l’Italia ai Paesi che da tempo hanno in esercizio sul loro territorio depositi analoghi”.

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