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Genova, la Lega difende il manifesto Pro vita contro l’aborto

"Non c'è niente di male", dice la consigliera Francesca Corso, presidente della commissione Pari opportunità in Comune

Pubblicato:16-05-2018 08:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:53

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GENOVA – “Non capisco dove stia l’offesa nell’affiggere un manifesto che oltretutto non dichiara nulla di falso, preso atto dell’evidente messaggio di invito alla riflessione prima di compiere un gesto estremo come quello dell’aborto”. Così la consigliera comunale della Lega a Genova, Francesca Corso, e presidente della commissione Pari opportunità difende il manifesto anti abortista affisso dall’associazione Pro-vita in corso Buenos Aires e ieri duramente contestato da Pd e Cgil. La stessa gigantografia (misura sette metri) era apparsa poco più di un mese fa a Roma, era stato poi rimossa dal sindaco Virginia Raggi. E proprio in questi giorni un altro manifesto è stato rimosso a Roma dopo un’ondata di polemiche: quello di CitizenGo che indicava l’aborto come “prima causa di femminicidio”, affisso anche per lanciare l’appuntamento del 19 maggio con la Marcia per la vita.


LA LEGHISTA: “GIUSTA LIBERTA’ DI SCELTA, MA RIDURRE DISAGIO”

“Non reputo sbagliato che una madre in coscienza propria abbia la possibilità di scegliere e decidere cosa fare della propria vita e di quella del suo bambino, valutando quelle che sono le situazioni e condizioni al momento della gravidanza- prosegue l’esponente del Carroccio- la Cgil si indigna, sostenendo che la dissuasione all’aborto debba divenire reato, citando la Francia come esempio. Perché allora non citare l’Ungheria, nazione dove esiste una forte identità cristiana e nazionale che ha condotto a una legislazione in difesa della vita?”. Per Corso, “quella di abortire è una decisione che una madre, per mille diversi motivi, ha la possibilità di prendere. Molto spesso sono fattori esterni che spingono le donne a compiere il gesto, per questo l’amministrazione dovrebbe intervenire su tutti i tipi di disagio, che siano essi di tipo sociale o economico, per dare a ogni donna la possibilità di diventare madre”. Il messaggio, conclude la consigliera di maggioranza, “deve essere ben chiaro: interrompere una gravidanza, significa interrompere una vita. E questo, a mio avviso, non è mai qualcosa di trascurabile”.


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