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Papa Francesco ricorda don Câmara, il ‘vescovo rosso’

ROMA - "Quando io do

Pubblicato:16-05-2016 18:37
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:44

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camara

ROMA – “Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista” diceva dom Hélder Câmara, e proprio per questa sua frase è stato definito il “Vescovo rosso”. Câmara è stato uno dei vescovi latinoamericani più amati, grazie alla sua passione per una Chiesa povera e dei poveri, alla sua attenzione per le persone e alla sua fede incarnata.

Il ritratto di un pastore che può essere certamente considerato un precursore di Papa Francesco, che oggi nel suo discorso all’assemblea nazionale della Cei lo ha citato: ‘Quando il tuo battello comincerà a mettere radici nell’immobilità del molo – richiamava dom Hélder Câmara – prendi il largo!’. Parti!’.


Nato nel 1909 e morto il 27 agosto 1999, Câmara ha speso la sua vita per aiutare in modo concreto le persone bisognose, dando il massimo impegno per rendere la Chiesa più fedele a quella di Gesù: “Una Chiesa povera per i poveri”, diceva lui, anticipando di qualche anno il messaggio che oggi divulga quotidianamente Bergoglio. Nel 1964 – anno del golpe che instaura il regime militare in Brasile – Câmara viene nominato arcivescovo di Recife, capitale del Pernambuco, nel Nord-Est, la regione più povera del Paese. Il giorno dell’ingresso ufficiale, il nuovo arcivescovo non vuole essere accolto dentro la cattedrale, ma sulla piazza, in mezzo alla gente.

Negli anni successivi l’impegno di don Hélder a servizio dei più deboli continuerà senza sosta, con prese di posizione coraggiose che lo renderanno famoso in tutto il mondo. Una frase riassume efficacemente il senso profondamente evangelico delle sue battaglie: “La rivoluzione sociale di cui il mondo ha bisogno non è un colpo di Stato, non è una guerra. È una trasformazione profonda e radicale che suppone Grazia divina“.

papa francesco

Un altro tratto che avvicina Câmara a Papa Francesco è lo stile di sobrietà e la distanza da quella mondanità che molte volte Bergoglio ha indicato come uno dei mali della Chiesa attuale. Certo, assumere questo atteggiamento, soprattutto a favore e per i poveri, può creare dei fastidi a chi, invece, vorrebbe mantenere lo status quo. Chi vuole un’attenzione al povero ma solo e semplicemente in chiave assistenziale non mettendo in discussione il sistema globale che crea ingiustizie. Per Câmara il cristiano “non è un uomo migliore degli altri, ma ha più responsabilità degli altri, perché aver incontrato il Cristo è la massima responsabilità”.

Una responsabilità che deve portare, come scrive in una sua bella poesia, “Oltre te stesso. Sei vestito di te da ogni parte. Per liberarti da te stesso, lancia un ponte sopra l’abisso della solitudine che il tuo egoismo ha scavato. Cerca di vedere oltre te stesso. Tenta di ascoltare qualcuno E, soprattutto, tenta lo sforzo di amare, invece, semplicemente di amarti… se vuoi essere, allora – perdonami – prima di tutto devi sbarazzarti della gran voglia di possedere che talmente ti riempie dalla testa ai piedi da non lasciare più posto per te e tanto meno per Dio”.

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