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Aspire il paracadute per atterrare su Marte

Il più grande paracadute mai impiegato in una missione marziana, un’ampiezza record di 35 metri

Pubblicato:16-04-2018 14:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:46

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ROMA – Aspire, acronimo di Advanced Supersonic Parachute Inflation Research Experiment, è già stato ribattezzato il più grande paracadute mai impiegato in una missione marziana, infatti con un’ampiezza record di 35 metri ha stracciato il precedente detentore del primato che era il paracadute usato nell’atterraggio di Curiosity, largo appena 15 metri. Il paracadute servirà a depositare sulla superficie di Marte il rover Exomars pronto a perforare il suolo marziano alla ricerca di tracce di vita.

Il primo test è stato effettuato, il 4 ottobre del 2017, dalla Nasa presso il Goddard Space Flight Center a Wallops Island, in Virginia, dove il paracadute è stato lanciato in cima ad un razzo sub-orbitale Black Brant IX in un contenitore cilindrico che comprendeva il meccanismo di espulsione del paracadute e tutta la strumentazione per la registrazione dei dati dell’esperimento. Il razzo ha rilasciato il proprio carico ad una altezza di 51 chilometri da Terra e, dopo un volo parabolico di 42 secondi, ad un’altezza di 42 chilometri e con una velocità di discesa pari a circa 1,8 volte la velocità del suono il paracadute è stato espulso in condizioni paragonabili a quelle che la sonda incontrerà nell’atmosfera marziana quando raggiungerà, presumibilmente, la velocità di 19.400 km/h, pari a circa 5,4 chilometri al secondo.


Il paracadute, nell’occasione, completò il proprio volo in 35 minuti dopo il lancio ammarando nell’Oceano Atlantico a circa 54 chilometri a sud est dalla base di lancio della Nasa di Wallops Island. L’ ultimo test è stato effettuato dall’Esa, European Space Agency, nei cieli di Kiruna, in Svezia, nel mese di marzo, in condizioni di temperatura sotto zero. Un elicottero ha portato in quota, a 1200 metri, un prototipo del modulo che trasporterà il rover e la piattaforma scientifica della missione sul suolo marziano. La capsula è stata lanciata insieme a due paracaduti: il primo, pilota, con un diametro di 4,8 metri e il secondo che rappresenta il vero obiettivo del test. Il test è stato pensato per vedere se il paracadute, da 70 chili e connesso alla capsula tramite 112 cavi, si sarebbe aperto. La prossima prova consisterà nel ripetere l’esperimento lanciando Aspire, con tutto il suo ‘carico’, da un’altezza di 28 chilometri da Terra per simulare fedelmente le condizioni di discesa marziana.

Esercitazioni utili in vista degli atterraggi su Marte che sono particolarmente delicati per via dell’atmosfera rarefatta del pianeta rosso, che non permette ai veicoli di rallentare a sufficienza. Basti pensare al lander Schiaparelli che non riuscì ad atterrare morbidamente schiantandosi sul suolo marziano il 19 ottobre 2016. E’ per questo che, oltre al paracadute, è sempre previsto qualche ausilio in più: il rover di ExoMars infatti sarà rallentato anche da un sistema di razzi frenanti e di airbag. Curiosity si servì invece di un velivolo rallentato da retrorazzi e connessa al rover da una serie di cavi.  Grazie ad Aspire continua il sogno di conquista del pianeta rosso o quanto meno di un atterraggio morbido.

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