NEWS:

In Egitto proteste contro il regime, arresti alle manifestazioni FOTO

Nei cartelloni esibiti in piazza veniva ricordato anche il caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e assassinato nel paese ormai più di due mesi fa

Pubblicato:16-04-2016 10:09
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:34

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA   – “Il popolo vuole la caduta del regime!”. In Egitto torna a risuonare lo slogan che segno il rovesciamento del regime di Mubarak. Migliaia di dimostranti, chiamati in piazza dal Movimento 6 Aprile, lo stesso che occupò per primo Piazza Tahrir più di 5 anni fa, come riportano diverse fonti di stampa e i social network.

Al Cairo 1500 manifestanti solo davanti alla sede del sindacato dei giornalisti, altre centinaia ad Alessandria e Mansoura, come riporta il portale d’informazione indipendente madamasr.com. A scatenare le proteste è stato l’annuncio della cessione delle isole disabitate di Tiran e Sanafir all’Arabia Saudita da parte del governo di Abd El-Fatah Al-Sisi. “L’Egitto non è in vendita” hanno protestato i cittadini scesi in piazza ieri con cartelli e cori, sit in e cortei. Giovedì il Ministero dell’Interno Egiziano aveva cercato di scoraggiare le proteste sostenendo che la Fratellanza Musulmana avrebbe incitato al caos e causato scontri tra le forze di sicurezza e la popolazione. Ma gli avvertimenti del governo non sono riusciti ad impedire che la gente scendesse in piazza. Ne’ a prevenire i disordini. Il concentramento davanti al sindacato dei giornalisti si è concluso quando le forze di sicurezza hanno iniziato a lanciare lacrimogeni sulla folla, e Madamasr cita la testimonianza dell’attivista per i diritti umani Mohamed Ashraf, che racconta sul suo profilo Twitter come le forze dell’ordine avrebbero violato un accordo preso poco prima con i manifestanti per consentire alla folla di lasciare l’area in sicurezza. Secondo diverse fonti locali si sono registrate diverse decine di arresti, in qualche caso anche a seguito di aggressioni denunciate dai manifestanti. “Basta con il regime militare. Vendono la nostra terra all’Arabia Saudita” e’ un altro degli slogan scanditi dagli attivisti.

Non è stata solo la vicenda delle due isole, però, a suscitare le proteste degli egiziani: nei cartelloni esibiti in piazza veniva ricordato anche il caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e assassinato nel paese ormai più di due mesi fa, e quello del giornalista copto Mina Daniel, ucciso nel 2011 durante una manifestazione e in sostegno di attivisti detenuti e di prigionieri politici. Madamasr riferisce di 14 arresti in totale, tra i quali ci sarebbe anche quello dell’avvocato della “Egyptian Initiative for Personal Rights”, Mohamed Hanafy. Anche ad Alessandria, l’Alleanza Socialista Popolare riferisce che le forze di sicurezza centrali hanno disperso le proteste con lacrimogeni ed hanno arrestato diversi membri dell’organizzazione. Lo stesso sarebbe accaduto nella piazza centrale di Mansoura. “Oggi e’ un nuovo inizio. Più di slogan, partiti, arringhe politiche, è importante che scendiamo in piazza oggi per dire ‘sono qui, sono ancora qui, e ho un’opinione e una voce’. La rivoluzione di gennaio è ancora viva” e’ la posizione del gruppo 6 aprile, che invita a manifestare nuovamente il prossimo 25 aprile, senza bandiere o simboli politici.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it