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Pane sardo, il Consiglio regionale approva una norma che lo tutela

CAGLIARI - Una legge a tutela del pane sardo,

Pubblicato:16-03-2016 13:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:24

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CAGLIARI – Una legge a tutela del pane sardo, “uno degli alimenti più ricchi di significati, funzioni e valenze culturali”. È stata approvata all’unanimità questa mattina la norma che ha unificato le proposte di legge presentate per la maggioranza da Daniela Forma (Pd) e per l’opposizione da Luigi Crisponi (Riformatori), che stabilisce un sistema di regole che toglieranno ogni ambiguità commerciale tra la vendita di “pane fresco” e degli altri tipi di pane: conservato, precotto, presurgelato o prelievitato. In particolare, si legge nel testo della norma, il pane fresco deve essere venduto “entro e non oltre la giornata in cui è stato concluso il processo produttivo”, mentre il pane ottenuto dal prodotto intermedio di panificazione “è posto in vendita in scaffali distinti e separati dal pane fresco, recanti le indicazioni previste dalla normativa comunitaria e nazionale vigente in materia di etichettatura, nonché la dicitura “pane ottenuto da cottura di impasti” e l’indicazione del metodo di conservazione utilizzato”. Stesso discorso per il pane conservato, che deve essere posto in vendita in comparti separati dal pane fresco, “previo confezionamento ed etichettatura riportanti le indicazioni previste dalla normativa comunitaria e nazionale vigente. È fatto poi obbligo al venditore di pane precotto o congelato “di esporre l’etichetta contenente la dicitura relativa all’indicazione del luogo di provenienza del prodotto e la ragione o la denominazione sociale del relativo produttore”. Fondamentale poi l’istituzione di un Registro regionale delle tipologie da forno tipiche della tradizione della Sardegna che “prevede un percorso di accompagnamento regionale diretto a assistere i produttori nelle procedure finalizzate all’accesso al regime delle denominazioni di origine protetta, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite”.

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Conoscere il pane “significa conoscere la terra, i metodi di coltivazione del grano, dalla raccolta delle messi alla lavorazione della farina, le tecniche e i saperi necessari alla sua produzione, al suo consumo e alle reti di relazioni sociali e i significati culturali che caratterizzano le tante forme che assume- spiega Forma-. Nasce da qui l’esigenza di una proposta legislativa che aggiorni la normativa del settore della panificazione che in Sardegna è composto da circa 1.050 imprese con oltre 4.000 addetti con 350 milioni di euro di fatturato totale annuo. Un sistema di imprese che crea un indotto importante e che, se tutelato e se valorizzata la filiera, potrebbe dare un importante apporto al sistema agricolo, incentivando la produzione di grano coltivato nell’Isola”. Soddisfatto anche Crisponi: “L’obiettivo è valorizzare le nostre tradizioni più vive, preservandole dalla pressione della modernizzazione che spesso grava sui consumatori in modo maldestro. Il testo unificato, come elaborato dalla Quinta commissione, disciplina in maniera organica l’attività della panificazione, tutela le capacità professionali degli imprenditori, assicura il valore delle produzioni da forno tipiche e infine garantisce gli utenti su caratteristiche e ingredienti contenuti nei prodotti panari posti sui banchi di vendita”.

Di Andrea Piana, giornalista

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