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Allarme obesità, in Italia una persona su 10 è pesantemente sovrappeso

In Campania quasi il 50% di loro è sovrappeso o obeso, nel Lazio l'11%.

Pubblicato:16-03-2015 16:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:11

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obesi italiaL’obesità è un fenomeno che nel nostro Paese sta assumendo proporzioni epidemiche: un italiano su tre è infatti in sovrappeso, mentre uno su dieci obeso, con importanti differenze tra nord, centro e sud. Nel Lazio, in particolare, si tocca quasi l’11% con circa 350mila nuovi casi l’anno. I dati non sono incoraggianti neppure per quanto riguarda il futuro: si stima infatti che nel 2025 la percentuale di italiani obesi salirà al 14%. La situazione non migliora per le fasce più giovani della popolazione: “In Italia 1 bambino su 3 in età scolare è in sovrappeso o obeso- dicono Gianfranco Silecchia, direttore Uoc chirurgia generale & Bariatric Center of Excellence Ifso-Eu Sapienza Università di Roma-Polo Pontino, e Vincenzo Bacci, internista presso il Rome Obesity Center di Roma- soprattutto al centro e al sud sono tanti i bambini a destare preoccupazione: in Campania, per esempio, quasi il 50% di loro è sovrappeso o obeso”.

Ma quali sono le cure per arginare in modo efficace l’obesità? “Non sempre basta la dieta con il supporto psicologico e la riabilitazione- rispondono gli esperti- Per i pazienti affetti da forme gravi con la comparsa di complicanze correlate (1.500.000 in Italia) la chirurgia bariatrica laparoscopica, indicata anche in età adolescenziale, rappresenta la sola ‘cura’ efficace e duratura nel tempo”. Secondo le linee guida nazionali ed europee, l’età minima per sottoporsi all’operazione è di 13 anni e la massima intorno ai 65 anni. Quanto al percorso di cura e di riabilitazione, proseguono, “deve essere gestito da un team multidisciplinare dedicato che abbia la capacità di ‘accogliere’ il paziente obeso e di accompagnarlo lungo il suo percorso”.

Secondo Silecchia e Bacci, in particolare, sono tre i punti cardine di una terapia efficace: “Primo, la valutazione multidisciplinare che tenga conto di tutti gli aspetti metabolici-psicologici-nutrizionali; secondo, la capacità del team di motivare il paziente personalizzando il programma di cura; terzo- concludono- la possibilità di un centro dove poter gestire situazioni complesse”.


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