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Inchiesta rifiuti in Campania: l’incontro tra De Luca jr e il pentito Perrella

A condurre l'inchiesta i pm Sergio Amato, Celeste Carrano, Ivana Fulco, Ilaria Sasso Del Verme ed Henry John Woodcock coordinati dal procuratore Giovanni Melillo, e dall'aggiunto Giuseppe Borrelli

Pubblicato:16-02-2018 15:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:29
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NAPOLI – Roberto De Luca, il figlio del governatore Vincenzo, indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta della procura di Napoli sullo smaltimento dei rifiuti, si sarebbe confrontato direttamente con Nunzio Perrella, primo boss pentito di camorra a raccontare i traffici illeciti dirifiuti in Campania. Gli avrebbe perfino aperto la porta di un ufficio in cui si sarebbe svolto l’incontro, dopo aver concordato la data del loro appuntamento. Tutto questo, a quanto apprende l’agenzia Dire, e’ stato ripreso dalle telecamere nascoste di Fanpage nell’ambito dell’inchiesta giornalistica che ha fatto scattare le indagini della procura. Nunzio Perrella, il gancio di Fanpage, si sarebbe rivolto a Roberto De Luca senza celare la sua identita’. Presentandosi con il proprio nome e cognome, avrebbe discusso insieme al figlio del presidente della Regione Campania e a un commercialista dei bandi per lo smaltimento delle ecoballe e dell’importo economico previsto. Perrella, ex imprenditore, e’ il primo pentito ad aver svelato negli anni ’90 come si facevano affari con i rifiuti in Campania e modalita’ di smaltimento dei rifiuti tossici. A quanto si apprende, la scorsa notte, gli agenti dello Sco avrebbero perquisito l’appartamento e lo studio dell’assessore di Salerno.

INCHIESTA SI ALLARGA, CORRUZIONE ANCHE PER DE LUCA JR

Politica, giornalismo, camorra e imprenditoria. C’e’ tutto questo nella nuova inchiesta della procura di Napoli su corruzione e rifiuti che investe il palazzo della Regione, la Sma – societa’ in house della Regione che si occupa di ambiente – la redazione di Fanpage e diversi imprenditori. Due i nomi eccellenti della politica, al momento, nel mirino degli inquirenti. Si tratta di Roberto De Luca, uno dei due figli del governatore campano, attualmente assessore al bilancio al Comune di Salerno, gia’ iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione e di cui sono stati perquisiti ufficio e casa, e il candidato alla Camera di Fratelli d’Italia alle prossime politiche del 4 marzo, Luciano Passariello, attualmente consigliere regionale, indagato anch’egli per corruzione. Sullo sfondo dell’inchiesta la bonifica ambientale e lo smaltimento delle ecoballe in Campania. A condurre l’inchiesta i pm Sergio Amato, Celeste Carrano, Ivana Fulco, Ilaria Sasso Del Verme ed Henry John Woodcock coordinati dal procuratore Giovanni Melillo, e dall’aggiunto Giuseppe Borrelli. Ed e’ proprio sugli affari legati alle bonifiche e allo smaltimento e stoccaggio dei fanghi che si intrecciano le inchieste, quella giornalistica di Fanpage, da un lato, e quella degli inquirenti dall’altro. Nucleo dell’inchiesta, quella della magistratura, un appalto per lo smaltimento di fanghi, provenienti da cinque diversi depositi di stoccaggio, in cambio di somme di denaro calcolate in percentuale sui guadagni dell’affidamento. Finiscono, cosi’, nel mirino delle indagini anche un impiegato della Sma, molto vicino a Passariello, Agostino Chiatto, e il consigliere delegato della Sma Lorenzo Di Domenico. In un terzo filone di indagine indagati l’imprenditore Giovanni Caruson e Andrea Basile, ritenuto reggente di un clan camorristico del centro di Napoli. Per il direttore di Fanpage, Francesco Piccinini, e per un giornalista della stessa testata, Sacha Biazzo, il reato contestato e’ istigazione alla corruzione. Piccinini, in realta’, avrebbe condotto l’inchiesta giornalistica, con l’aiuto del redattore, sotto copertura fingendosi un industriale del Nord che doveva sversare rifiuti. In questo modo avrebbe avvicinato, armato di telecamera nascosta, politici, sia di destra che di sinistra, e camorristi. Questi ultimi avrebbero assicurato, al finto imprenditore, il sotterramento dei rifiuti pericolosi per 30mila euro a camion. Ad incontrare gli imprenditori, invece, Fanpage avrebbe inviato l’ex boss della camorra, ora pentito, Nunzio Perrella. Lo stesso che, ormai 26 anni fa, diede avvio ad una delle prime inchieste sullo smaltimento illecito dei rifiuti. I contatti presi e i video realizzati dai giornalisti avrebbero, secondo la Procura,arrecato “un gravissimo danno alle indagini“, in particolare quella sulla Sma giuta gia’ a buon punto. Questi elementi giustificherebbero la perquisizione della redazione di Fanpage, le ipotesi di reato e il sequestro di alcuni file che, sempre secondo gli inquirenti, potrebbero, una volta pubblicati, pregiudicare gravemente le investigazioni.


IL COMMENTO DI VINCENZO DE LUCA: SOLO EFFERVESCENZE

“Cari ragazzi, pensate alle giovani generazioni e agli asili nido e non vi preoccupate delle effervescenze”. È questo il laconico commento di Vincenzo De Luca rilasciato ai giornalisti che gli chiedevano dell’inchiesta della Procura di Napoli sui rifiuti che vede coinvolto suo figlio Roberto. Il governatore era questa mattina impegnato a Salerno in due diversi appuntamenti. Il primo dedicato alle politiche sociali, il secondo ai trasporti.

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