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A Roma protestano immigrati: “Per noi solo affitti in nero, impossibile permesso”

La comunità bengalese denuncia "un circuito infernale che vuole escluderci e ghettizzarci"

Pubblicato:16-02-2016 12:24
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:58

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ROMA – “La Questura ci chiede la residenza, il Municipio non ce la rilascia. Allora ci ritroviamo senza permesso di soggiorno e senza diritti, lavorando anche sottopagati. Per noi questa è una guerra: come la fermiamo?“. È la denuncia dell’associazione Dhuumcatu, che ieri ha portato la comunità bengalese di Torpignattara a scendere in piazza contro “un circuito infernale che vuole escluderci e ghettizzarci”.

Le motivazioni della protesta sono spiegate sul sito dell’associazione: “La Questura di Roma chiede la residenza e preavvisa del rigetto: se entro dieci giorni non si riesce ad ottenerla- spiegano- il rinnovo è respinto. D’altra parte, il Municipio non vuole rilasciare la residenza senza aver preventivamente rinnovato il permesso di soggiorno”. Proseguono dall’associazione Dhuumcatu: “La Questura di Roma ha rigettato migliaia e migliaia di richieste di permessi di soggiorno per la mancanza di residenza. Ma come facciamo a ottenere la residenza se troviamo solo proprietari che sono disposti a prendere soldi dell’affitto, ma non a stipulare un contratto? Alcuni proprietari non vogliono affittare agli islamici, altri non vogliono affittare a noi ‘negri’ e altri ancora a nessun immigrato”. D’altra parte, fa sapere la comunità bengalese di Torpignattara, “se qualche fortunato ha trovato ospitalità, il Comune comunque non rilascia la residenza qualora nel contratto d’affitto non risultino i nominativi”.

Per ogni richiesta di residenza, inoltre, è necessario “che il proprietario faccia un nullaosta e il costo per questa dichiarazione- prosegue l’associazione Dhuumcatu- può arrivare fino a 700 euro. Tanti, poi, sono i proprietari che ci dicono: ‘Ho affittato la casa e registrato, ora non voglio saperne più nulla. Se vuoi rimani, altrimenti puoi anche lasciare la casa”. Per questo, la comunità bengalese dice di trovarsi “di fronte ad un’altra guerra. Questa volta, però, l’arma usata contro di noi è la burocrazia. Noi islamici (o come dite voi ‘terroristi’) ci imbattiamo in molteplici difficoltà nel rinnovare i nostri permessi di soggiorno. E come noi, tutti gli immigrati sono in difficoltà per il rinnovo del permesso di soggiorno”. Aggiunge la comunità bengalese di Torpignattara: “Noi ‘negri’, islamici e altri immigrati non capiamo la politica del vostro Paese. Una parte dei vostri politici ha mandato i vostri soldati a bombardare i nostri Paesi, costringendoci a scappare e venire qui in Italia a lavorare per pochi soldi, favorendo così i padroni. Altri, invece, usano le amministrazioni contro di noi per rovinarci. Per noi tutto ciò è una guerra. E per fermarla- concludono- abbiamo deciso di organizzare questo corteo”.


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