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Gli spermatozoi ‘fiutano’ l’ovocita: ecco lo studio del Gemelli di Roma

Lo studio lascia intravedere anche importanti risvolti clinici per i pazienti affetti da sterilità

Pubblicato:16-01-2018 11:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:21
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ROMA – “Gli spermatozoi sono capaci di ‘odorare’: possiedono, infatti, numerosi recettori olfattori simili a quelli contenuti nella mucosa olfattiva del naso che servono a riconoscere e distinguere gli odori. Presenti sulla superficie dello spermatozoo, questi recettori svolgono un importante ruolo sia nella maturazione, sia nell’attivazione spermatica e nel processo di fecondazione dell’ovocita”. È il risultato dello studio coordinato dal Professor Alfredo Pontecorvi, direttore dell’Istituto Scientifico Internazionale ‘Paolo VI’ – Isi e dell’Area di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo del Policlinico A. Gemelli di Roma, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Endocrinology.

I recettori olfattori degli spermatozoi intervengono anche nel processo di maturazione dello spermatozoo stesso

Spiega il professor Pontecorvi: “I nostri dati evidenziano inoltre un ruolo importante per questi recettori poiché essi consentirebbero allo spermatozoo di ‘fiutare’ le sostanze chimiche rilasciate dall’ovocita e di dirigersi verso di esso allo scopo di fecondarlo. I recettori olfattori degli spermatozoi intervengono anche nel processo di maturazione dello spermatozoo stesso, e dunque diventano nuovi attori di quell’articolata rete di molecole deputate alla regolazione della spermatogenesi”, aggiunge il dottor Giuseppe Grande, andrologo dell’Istituto Scientifico Internazionale ‘Paolo VI’-Isi.

 Importanti risvolti clinici per i pazienti affetti da sterilità

“Si tratta di un lavoro con una notevole rilevanza clinica- aggiunge il dottor Domenico Milardi, andrologo presso l’ambulatorio Isi presso la Fondazione Policlinico A. Gemelli-: in pazienti con infertilità dovuta all’arresto della maturazione degli spermatozoi abbiamo dimostrato l’assenza di questi recettori. Riteniamo quindi che tale assenza possa svolgere un ruolo causale nella compromissione della spermatogenesi in questi pazienti. Il nostro studio, dunque, oltre ad aprire nuove prospettive nella comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti nella spermatogenesi e nel processo di fecondazione dell’ovocita, lascia intravedere anche importanti risvolti clinici per i pazienti affetti da sterilità da arresto maturativo degli spermatozoi”.


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