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Primarie Pd, Corallo contro Giachetti: “Irregolarità nella raccolta firme, presentato ricorso”

ROMA - Caos in vista delle primarie del Partito Democratico. Dopo l'ufficializzazione delle candidature, Dario Corallo, giovane candidato alla

Pubblicato:15-12-2018 12:03
Ultimo aggiornamento:15-12-2018 12:03
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ROMA – Caos in vista delle primarie del Partito Democratico. Dopo l’ufficializzazione delle candidature, Dario Corallo, giovane candidato alla segreteria dem, annuncia la presentazione di un ricorso contro Roberto Giachetti per irregolarità nella presentazione delle firme.

“Ieri- scrive Corallo su Facebook- è successa una cosa e ve la voglio raccontare perché credo sia importante. Mi ha chiamato Francesco Boccia e mi ha detto che Roberto Giachetti e Anna Ascani non hanno consegnato le firme necessarie a presentare la loro candidatura che, però, è stata accettata lo stesso. Mi ha detto anche che era pronto a prendere provvedimenti, ma non so se lo ha fatto. Il punto però è che io, come tutti gli iscritti, non sarei mai venuto a sapere di questa decisione. Noi abbiamo deciso di presentare un ricorso affinché la loro candidatura non sia ammessa”.

“Senza che adesso ci incastriamo sui numeri- continua Corallo- il punto è semplice: le 1408 firme consegnate da Giachetti sono meno delle 1500 necessarie, non si scappa. Il motivo che ha spinto la Commissione ad ammetterne la candidatura, stando alla delibera, è perché “lo Statuto è improntato allo spirito di partecipazione”. Se le cose stanno così, perché allora costringere i candidati a una raccolta firme?
Perchè non permettere a chiunque di candidarsi liberamente?
Perchè servono delle regole. E purtroppo queste regole sono state infrante“.


Per Corallo “il fatto che si tratti di “big” rende questo errore ancora più grave, inutile e – non so se è la parola giusta – arrogante. Soprattutto se questo errore arriva da chi già in passato ha dimostrato di non avere rispetto per le regole di una comunità (per via dell’accumulo di cariche).
Perchè la stessa premura non sarebbe stata usata per chi, sconosciuto come noi, si fosse trovato nella stessa situazione.
Perchè nessuno ha chiesto loro di aspettare l’ultimo secondo per candidarsi. Perchè chi ha degli incarichi deve essere più rigoroso, non meno. Perchè il rispetto di una comunità passa per il rispetto delle regole che questa comunità si è data”.

Corallo conclude: “Probabilmente il nostro ricorso non sarà accolto dato che la commissione chiamata a giudicare è la stessa che ha deliberato per la loro ammissione, ma finalmente sarà sancito un fatto evidente a tutti e, però, sempre negato: in questo Partito alcuni sono più uguali di altri. E allora questo ricorso lo abbiamo fatto per tenere fede a quello che da anni ci diciamo tra di noi, nelle sedi di partito e nelle riunioni della giovanile: se qualcuno sbaglia non può restare impunito; se si vogliono cambiare le cose si deve innanzitutto dare l’esempio.”

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