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Placare le bombe d’acqua? Un ‘cervellone’ ci prova

E' una piattaforma che dovrebbe aiutare i piccoli Comuni a prevenire le piogge intense: utilizza anche modelli di simulazione in 3D

Pubblicato:15-12-2016 15:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:25

maltempo allerta gialla
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pioggia_maltempo
BOLOGNA – Un nuovo super software per aiutare i Comuni fragili nella prevenzione e nella gestione delle piogge intense o intensissime, meglio note come “bombe d’acqua”. La progettazione è in corso e si concluderà entro il 2019; ma intanto altri Comuni oltre ai due già coinvolti, ovvero Bologna e Parma, possono iniziare a partecipare. È questo il senso del progetto “Life RainBo– Reagire ai fenomeni climatici estremi con efficacia e tempestività”, dedicato allo studio degli impatti delle piogge nei bacini fluviali dell’Emilia-Romagna, teatro in questi anni di diverse e gravi calamità. Alla presentazione pubblica questa mattina al Mambo di Bologna partecipano tutti gli enti partner (Comune di Bologna, Lepida, Arpae, oltre all’osservatorio Meeo e a Nier Ingegneria) che sono riusciti a ottenere un finanziamento ad hoc dall’Unione europea, di 677.000 euro su 1,23 milioni di budget totale (per tre anni di lavoro iniziale), nell’ambito del programma Life climate change adaptation. La piattaforma Rain” ha dunque lo scopo di sostenere la gestione delle emergenze fluviali nei centri urbani rendendo i corsi d’acqua più resilienti; in caso di emergenza in atto, il software consente un monitoraggio continuo del fenomeno di turno fornendo avvertimenti e allerte (“early warning”) in anticipo di 12-24 ore. In questi casi con RainBo si disporrebbe di infrastrutture di monitoraggio avanzate grazie in particolare all’aggiunta di nuovi sensori (microwave links) e all’integrazione di sistemi di monitoraggio differenti.

ombrelli_pioggia_maltempo“In tempo di pace”, ovvero senza l’evento in corso, si formulano invece diverse simulazioni delle calamità e del loro impatto sul territorio, agendo dunque in un ambito di prevenzione più mirata. In questo secondo caso RainBo fa ricorso a moduli di simulazione a 3D, che ad esempio considerano le condizioni iniziali di un determinato terreno e la sua umidità (quanto assorbe?). “La piattaforma è a disposizione di tutti i Comuni che hanno problemi di questo tipo, e in Emilia-Romagna sono diversi come è stato dimostrato spesso in questi anni. Il progetto è partito nel luglio 2016 e si concluderà a luglio 2019, ma già in questa fase di progettazione contiamo sulle partnership di Comuni interessati a disporre prima o poi della piattaforma”, spiega nel corso e a margine dei lavori al Mambo Stefania Nanni, responsabile Ricerca e sviluppo di Lepida nonché responsabile tecnica di RainBo. Al di là del coordinamento regionale delle emergenze a cura di Regione e Protezione civile, infatti, la mission dell’iniziativa “Rain” è proprio quella di offrire un protocollo mirato per i singoli Comuni, affiancato comunque alle buone prassi già consolidate nei vari territori. Sul 3D, tra gli altri casi, Parma e la sua Protezione civile, presente al convegno di oggi a Bologna a suon di slide e tabelle, vantano già esperienze di moduli di simulazione sui fiumi che lo stesso RainBo al momento non tratta, ma appunto anche in questo caso si potrà integrare. Per ora, tuttavia, gli unici due “test case” del progetto sono quelli, comunque considerati significativi, del Comune di Bologna, con focus sul torrente Ravone, e del fiume Parma nel Comune che porta il suo nome.

di Luca Donigaglia, giornalista professionista


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