NEWS:

Firenze, dopo l’occupazione del liceo artistico “Una ventina di studenti sospesi e 6 denunciati”

FIRENZE - Sono "circa una ventina" gli studenti del liceo artistico di Porta Romana sospesi a seguito dei

Pubblicato:15-12-2015 12:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:42

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

FIRENZE – Sono “circa una ventina” gli studenti del liceo artistico di Porta Romana sospesi a seguito dei nove giorni di occupazione dell’istituto fiorentino. Di questi “sei minorenni sono stati denunciati“. Lo conferma alla ‘Dire’ Sara, una delle studentesse portavoce della protesta di novembre. Le contestazioni, spiega, riguardano l'”interruzione nelle attività scolastiche con violenza e minacce, come il lancio di sedie e altri oggetti per impedire di entrare nel plesso scolastico agli altri studenti. Questo- prosegue la studentessa- è completamente falso: non abbiamo lanciato niente: abbiamo occupato una scuola che amiamo perché vorremmo fosse migliore e ci mettiamo a lanciare le sedie dalla finestra?”.
protesta_studenti_firenze_3I giorni di sospensione inflitti ai ragazzi variano da un minimo di 9 fino a 21. “Non era mai successo- sottolinea Sara- che un’occupazione determinasse l’allontanamento dalla comunità scolastica per periodi così lunghi. Hanno fatto votare professori e rappresentanti di classe, in un consiglio straordinario, i giorni di stop degli alunni interessati: così facendo si reprime il rapporto sociale tra studente e professore”.

Per Miriam Amato, consigliera comunale ex M5s, ora di Alternativa Libera, si tratta di un provvedimento “inaccettabile”, perché “comprometterebbe l’anno scolastico degli studenti”.
Gli studenti, continua, “devono crescere in un clima di dialogo e collaborazione non punitivo e di inibizione del dissenso. Le cause dell’occupazione nascono da un malessere che va affrontato”, per questo “considero questa decisione estrema”.

di Diego Giorgi, giornalista


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it