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Scuola, con il progetto ‘Dada’ studenti in movimento/ Video

Al liceo Kennedy di Roma il convegno sui 4 anni di sperimentazione

Pubblicato:15-11-2017 16:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:53

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ROMA – Condivisione, responsabilità, sogno. Sono queste le tre parole chiave di Dada (Didattiche per Ambienti di Apprendimento), secondo Lidia Cangemi, dirigente scolastico del liceo ‘J.F. Kennedy‘ di Roma che, assieme al liceo ‘A. Labriola’ di Ostia, hanno ideato il progetto Dada, monitorato dall‘università La Sapienza, che, ad oggi, vede coinvolte oltre 50 scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia – più altre 20 scuole che lo hanno avviato.

Alcuni rappresentanti di queste realtà scolastiche (tra gli altri, i.c. ‘Modena 3’, Ipssar ‘Tognazzi’ di Velletri, i.c. ‘San Nilo’ di Grottaferrata, iti ‘Cannizzaro’ di Colleferro), si sono ritrovate a Roma nella sede Tavani Arquati del liceo Kennedy per condividere idee ed esperienze sulla ‘Scuola del futuro’ nel corso del convegno ‘Dal Dada al Dada…umpa. Comunità educanti in movimento’.


Un nuovo modo di concepire gli spazi di apprendimento

Ed è proprio il movimento uno degli elementi principali di questo progetto, in cui l’intera comunità scolastica è stata coinvolta nel ripensamento degli spazi di apprendimento, attraverso la rottura dello schema classico banchi-cattedra e del binomio aula-classe, a favore del binomio aula-laboratorio. Nelle scuole coinvolte nel Dada non sono gli insegnanti a spostarsi, ma gli studenti, in un movimento dei corpi che diventa anche attivazione dei processi di apprendimento.

I ragazzi, nel Dada, diventano il centro dell’azione di docenti e personale della scuola, genitori e dirigenti, mentre le aule si trasformano in ambienti di apprendimento caratterizzati e attrezzati con materiali didattici specifici. Un’attività corale, che ha permesso di trasformare la scuola in un incubatore di idee, dove la tecnologia è coprotagonista di un processo più ampio di ripensamento della scuola del futuro.

Cangemi: “Riflessione su didattica e innovazione per fornire competenze nuove ai ragazzi”

“Abbiamo cercato di ragionare sulla didattica e sull’innovazione– spiega a diregiovani.it Cangemi-, sulla direzione intrapresa dalla scuola e dalla società, sui possibili punti di incontro tra scuola, società e mondo del lavoro, cercando di fornire a questi ragazzi competenze nuove, innanzitutto soft skills“. Soft skills che i ragazzi stanno acquisendo anche attraverso la radio web voicebookradio.com, un progetto nato al Kennedy che oggi coinvolge studenti provenienti da molte altre scuole, spesso anche dalle università.


Anche al liceo ‘Labriola’ con il Dada tutto l’edificio è stato riprogettato, per avviarsi a diventare a tutti gli effetti ‘edificio apprenditivo’, con spazi in parte gestiti dai ragazzi, in parte gestiti in collaborazione con i docenti, nell’ottica di una responsabilizzazione di tutti gli attori della comunità nella costruzione di un luogo in cui si ama stare perché lo si sente proprio. Un esempio fra tutti, il muro della memoria, in cui i ragazzi riflettono sul suo significato e spiegano ai propri colleghi cosa sia stata la Shoah.

Fattorini: “Muovendo il corpo si muove anche la mente”

“Dada è innanzitutto un’innovazione didattico-organizzativa che potrebbe sembrare di ispirazione anglosassone-scandinava, ma nasce in realtà dal tentativo di dare una risposta a problemi concreti– spiega a diregiovani.it il dirigente scolastico del Labriola Ottavio Fattorini-. I risultati sono eccellenti, abbiamo visto che l’attenzione dei ragazzi è cresciuta perché muovendo il corpo si muove anche la mente. I docenti testimoniano che i nostri studenti arrivano più pronti e attenti all’apprendimento”.


Eip Italia: “Forniamo ai ragazzi strumenti di cittadinanza digitale”

“Eip Italia partecipa a questo convegno anche come rappresentante italiano del network europeo Democracy and human rights education in Europe (Dare), che si occupa di sviluppare policy educative a livello europeo in modo particolare a partire dai problemi connessi alla post-verità, al post-fattualismo e ai radicalismi in generale. Il nostro intento, come network europeo, è di sviluppare competenze di cittadinanza digitale. Riteniamo fondamentale lavorare per fornire ai giovani strumenti per una presenza consapevole in Rete, perché un esercizio consapevole del web può essere un’opportunità di sviluppo di competenze di cittadinanza attiva”. Così a diregiovani.it il referente dei progetti europei di Eip Italia (Ente scuola strumento di pace) Danilo Vicca a margine del convegno ‘Dal Dada al Dada…umpa’.

“Rientriamo nel progetto del Dada- spiega a diregiovani.it il formatore Usr Lazio per Eip Italia Catia Fierli– perché ci siamo occupati, come associazione, di formazione riconosciuta dal Miur per i docenti degli istituti ‘Labriola’ e ‘Kennedy’, che hanno partecipato a queste attività sia con la piattaforma che in presenza. Le nostre attività- aggiunge- riguardano, in particolare, l’innovazione didattica applicata alla nuove metodologie e a questo nuovo sistema di fare scuola che è il Dada”.


Faina: “Con il Dadaumpa vogliamo cercare di far muovere anche l’interiorità”

Sta proprio qui il passaggio dal Dada al Dadaumpa, nell’unione tra movimento fisico e movimento interiore: “Attraverso il Dada cerchiamo di far muovere i ragazzi e farli interagire con loro, farli incontrare. Con il Dadaumpa vogliamo cercare di far muovere anche l’interiorità, considerando l’io, l’aspetto emotivo, assieme a quello razionale- spiega a diregiovani.it il Emanuele Faina, direttore artistico del gruppo Eleusis ed ideatore del metodo teatrico-. Si tratta di riflettere sul fatto che, se vogliamo avere il massimo dall’aspetto razionale, non possiamo non considerare le emozioni. L’obiettivo è mettere insieme tutto il meccanismo per poi creare una comunicazione efficace e una relazione di alta qualità“.

Il Dadaumpa è, quindi, una provocazione, una sfida ulteriore, che le scuole del Dada devono porsi, “facendo un passo in più, ma ballando”. Una sperimentazione che sta avendo successo tra studenti, docenti e genitori del liceo ‘Labriola’, dove da più di un anno Faina lavora con il metodo teatrico, che utilizza il Teatro per attuare percorsi di auto-educazione fisici ed emozionali e sostenere i soggetti della comunità scolastica ad attuare relazioni coscienti e volontarie.

Una scuola, quella del Dada, che vuole mettersi in gioco e chiede ai propri studenti di scomodarsi, uscendo dalla propria zona di comfort. Per sognare un po’ più in grande il proprio futuro.

 

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