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Migranti, a Firenze la Cgil denuncia: “Prefettura vieta uscita dalle 20 alle 8”

La nuova circolare, emessa dalla Prefettura, scatta dal primo di novembre

Pubblicato:15-10-2018 12:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:40
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FIRENZE – Dal primo novembre i richiedenti asilo accolti nei centri di accoglienza fiorentini “dovranno rientrare nelle strutture entro le 20, per restarci fino alle 8 del mattino“. Lo denuncia la Cgil di Firenze in una nota “dopo essere stati informati da alcuni gestori dei centri”. Si tratta, spiega il sindacato, “di una disposizione arrivata dalla prefettura. Fino a due mesi fa, si parlava solo di rientro notturno. Poi, in un’altra circolare si indicavano le ore 23 come orario di rientro. Con la nuova disposizione, ogni allontanamento al di fuori del predetto orario sarà ammesso soltanto se autorizzato della stessa prefettura stessa, per ‘motivate e straordinarie esigenze‘”.

La misura, aggiunge la Cgil, “sa di intervento disciplinare che, nel tentativo di governare una società frammentata e sempre meno coesa, rischia di produrre ulteriore esclusione e di alimentare la spirale di odio e paura che sta alla base dell’insicurezza sociale”.

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Stretta anche sui pacchi e controlli sugli acquisti online

Dalla prefettura, inoltre, “è arrivata anche una circolare sui pacchi acquistati on-line dai richiedenti asilo e consegnati dai corrieri nelle strutture di accoglienza”. I pacchi, in pratica, devono essere “aperti con gli operatori presenti, sia ‘per ragioni di sicurezza’, che ‘per verificare che gli acquisti siano compatibili con la situazione economica dell’ospite'”, continua la Cgil citando al circolare di palazzo Medici Riccardi. “E se risultano acquisti ‘spropositati’ si dovrà chiedere ragione agli interessati, mentre qualunque circostanza meritevole di approfondimento deve essere riferita alla prefettura e alle forze dell’ordine”.


Sia i nuovi orari notturni che il controllo pacchi, rappresentano anche “una nuova responsabilità e un ulteriore adempimento in capo ai lavoratori che va nella direzione opposta a quella dell’inclusione: da educatori del sociale si diventa controllori”. La Cgil, quindi, dice “no a questa modalità di gestire l’accoglienza ai migranti. Restiamo umani e garantiamo sicurezza e integrazione per tutti”.

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OXFAM: RIENTRO ALLE 20 DISCRIMINATORIO, UMILIA

“Siamo preoccupatissimi ed estremamente in difficoltà. Questi ragazzi non sono in prigione e noi non siamo dei secondini“. Sabina Morosini, responsabile dei 5 centri di accoglienza di Oxfam a Firenze (in tutto una trentina di ragazzi), alla ‘Dire’ commenta così la circolare della prefettura che, di fatto, impedisce ai migranti di uscire la sera visto che dovranno rientrare nei centri entro le 20 per restarci fino alle 8 del mattino.

“La misura- aggiunge- è discriminatoria, umiliante e strutturata sul controllo e sulla totale mancanza di fiducia verso queste persone. Sul fatto che loro sono richiedenti asilo e come tale non sono uguali a noi”. Legalmente, inoltre, “questo provvedimento non ha fondamenti: solo un giudice, infatti, può privare una persona della libertà. Non si struttura, cioè, su nessuna evidenza specifica né dettagliata. Insomma, non si capisce il perché i ragazzi debbano rientrare tornare alle otto di sera”. Nelle settimane scorse, spiega Morosini, “c’era già arrivata una comunicazione dalla prefettura, in cui il rientro era stato fissato alle 23 e noi avevamo già contestato la scelta. Stiamo parlando di piena estate, con il caldo di Firenze e per lo più di ventenni. Però tutti i ragazzi hanno firmato la lettera impegnandosi a rientrare alle 23″.

Tuttavia, prosegue, “tornare nei Cas alle otto di sera è davvero troppo presto: i ragazzi fanno attività, sport, stage. Certo, poi la prefettura ci dice che possiamo chiedere l’autorizzazione, ma così serve un permesso anche per andare a bere un caffè con un amico, oppure per andare a vedere un film…”. Dentro i centri di accoglienza, continua Morosini, “devono esserci assolutamente le regole. E abbiamo anche dei casi complicati: non è che vogliamo difendere a spada tratta tutto l’universo mondo”. Però “è anche vero che noi, come Oxfam, puntiamo moltissimo sull’integrazione nel tessuto sociale, nel creare relazioni basate sul rispetto e sulla fiducia. Ma così la prefettura cambia atteggiamento e punta tutto sul controllo e noi ci sentiamo a disagio”.

Da palazzo Medici Riccardi, c’è poi un’altra comunicazione, quella che riguarda i pacchi online: gli operatori dovranno vegliare sulla loro apertura per questioni di sicurezza e per segnalare acquisti economicamente ‘impropri’. Su questo aspetto “ci è chiesto di andare a violare totalmente il diritto alla privacy. Noi non siamo autorizzati legalmente a far aprire la corrispondenza davanti ad un operatore. Oltretutto la comunicazione delle prefettura esordisce citando articoli usciti sulla stampa locale e nazionale. Voglio dire anche qui che non c’è nessun tipo di evidenza”. Oltre a questo per le cosiddette spese ‘immorali’ “dovremmo decidere se il bene è stato acquistato con risorse superiori alle reali capacità economiche, quindi segnalarlo alla prefettura. Questo non è certo il nostro ruolo”.

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