BOLOGNA – Sessantasei famiglie, di cui 30 nuclei monogenitoriali e 36 coppie con figli. Nella maggior parte dei casi sono genitori con due figli a carico (11 madri sole, 18 coppie). Sono questi i numeri che raccontano il primo anno dei due empori solidali bolognesi, quello in via Capo di Lucca e quello di via Abba, inaugurati il 17 ottobre 2014: due realtà in cui famiglie residenti in città con minori, in situazione di difficoltà socio-economica transitoria, vanno a fare la spesa. Una spesa gratuita di beni di prima necessità, con una tessera a punti mensile che sostituisce il denaro (della durata di sei mesi più sei mesi rinnovabili).
In una prima fase il progetto, partito con l’inserimento di 50 famiglie, si rivolgeva solo a nuclei inviati dai Servizi sociali territoriali già inseriti nel programma nazionale della social card sperimentale. Successivamente l’accesso agli empori è stato esteso a nuclei inseriti in un percorso di transizione abitativa e a nuclei ‘extra’, segnalati dalle associazione che aderiscono alla rete Case Zanardi. “L’obiettivo è di arrivare all’inserimento di 100 famiglie a inizio 2016”, annuncia Berardino Cocchianella, direttore dell’Istituzione per l’inclusione sociale del Comune. I volontari. Gli empori sono portati avanti grazie all’impegno di volontari che, sulla base di turni, tengono aperte le botteghe: a oggi sono circa 40 quelli attivi. “C’è una signora con cui chiacchieriamo sempre di cucina- racconta una volontaria- diverse volte l’ho accompagnata a fare la spesa: un giorno mi ha detto che voleva fare l’insalata russa. Adesso tutte le volte che ci vediamo parliamo di ricette”. E aggiunge: “Ci sono anche una mamma e una bimba: la mamma non parla italiano, e la figlia, che va all’asilo, le fa da interprete”.
“L’emporio non è solo un market – continua un ‘collega’: più andiamo avanti e più le persone che accedono ci parlano, ci chiedono consigli. Accanto a noi c’è lo sportello di orientamento alla ricerca del lavoro e con loro stiamo iniziando a collaborare”. In effetti, sono già 70 gli inserimenti lavorativi gestiti grazie alla rete Case Zanardi. I donatori. In questo primo anno gli empori hanno potuto contare sul sostegno di aziende, grandi gruppi, associazioni e cittadini. Grazie al crowdfunding (sempre attivo sul sito, che a oggi ha raccolto quasi 18.000 euro), alle raccolte di beni di prima necessità nei punti vendita Coop e Conad (il 14 febbraio e il 13 giugno scorsi) e ai prodotti donati dai grandi donatori è stata raggiunta una cifra di 40.000 euro, a cui si aggiungono i quasi 50.000 euro del progetto ‘Emporio della solidarietà’ di Philip Morris International. E dopodomani, in occasione della Giornata mondiale contro la povertà e l’esclusione sociale, oltre 100 volontari saranno presenti in alcuni punti Coop, Conad Adriatica e Coop Reno per la terza raccolta di beni di prima necessità, che questa volta servirà a sostenere non solo gli empori solidali, ma anche le Cucine popolari e la mensa dell’Antoniano. “Invitiamo i cittadini a donare una spesa, che andrà ad aiutare una di queste tre importanti realtà, che si occupano delle varie categorie di fragilità dei cittadini bolognesi”, spiega Giancarlo Funaioli, presidente Asvo-Volabo. I prodotti che si chiedono di donare sono elencati nella ‘lista della spesa’ consegnata all’ingresso dei supermercati dai volontari: generi alimentari (olio di semi e d’oliva, tonno, passata, pelati, riso, pasta, latte a lunga conservazione, farina, zucchero) e prodotti per l’igiene (carta igienica, detersivo per piatti e per il bucato, dentifricio, shampoo, sapone, pannolini per l’infanzia taglia L, assorbenti, lamette). (Dires – Redattore Sociale)
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it