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Spopola Crowdwish, app che ha già esaudito 1.400 desideri

Primi 99 raccolti in un libro, da essere milionario a lettera scritta a mano

Pubblicato:15-09-2018 13:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:33

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ROMA – Hai bisogno di rintracciare un parente che non c’è più? Non riesci a trovare l’amore della tua vita? Desideri che un particolare negozio sia aperto nel cuore della notte per uno shopping esclusivo? Vorresti una tua attività, ma non sai ancora quale? Poter tornare indietro e scusarti per quella cosa terribile? Adesso c’è qualcuno che può farlo per te, ma ad una condizione: che il tuo desiderio sia il più votato dalla rete! Il genio della lampada si chiama ‘Crowdwish’ (https://vimeo.com/193997356/ee44e31295), la App londinese inventata da Bill Griffin per trasformare in realtà il desiderio che ha totalizzato il maggior numero di adesioni online ogni 24 ore. Ad oggi ne ha esauditi già 1.400.

Recentemente è anche uscito il libro ‘The Wish. I 99 desideri che ti cambiano la vita’, che raccoglie appunto i primi 99 desideri più votati. Nella classifica si trova di tutto, dai propositi difficilmente realizzabili come ‘Vorrei essere milionario’ ai bisogni del tipo ‘Vorrei che qualcuno mi scrivesse una lettera scritta a mano’ o ‘Vorrei saper ballare senza sembrare uno scemo’. Ma cosa facciamo concretamente per realizzare i nostri desideri? Come trascorriamo le nostre giornate?

“‘Niente è come sembra, niente è come appare’, canta Franca Battiato, riproponendo con una rilettura elegante e musicale la differenza tra un contenuto manifesto e un contenuto latente. Griffin- risponde alla Dire, Riccardo Mondo, analista junghiano e fondatore dell’Istituto mediterraneo di psicologia archetipica (Impa)- ha ripreso nella sua App tutti quei giochi infantili che facevamo da piccoli quando raccontavamo i 10 desideri che volevamo realizzare, cosa avremmo voluto portare su un’isola deserta se ne avessimo avuto la possibilità (la famosa valigia dei desideri)”. Di fronte a un ipotetico desiderio c’è uno spartiacque che lo psicoanalista metterà in atto costantemente in ogni stanza d’analisi: “Quanto manifestiamo di desiderare e quanto realmente desideriamo? Il desiderio è un mostro a tante facce– sottolinea Mondo- un animale complesso e il vero nodo è la coerenza tra il desiderio profondo e quello superficiale. Spesso la vita delle persone è drammatica e dolorosa perché c’è un’ambiguità di fondo tra quello che decidono di desiderare e quello che realmente desiderano. Molte persone dicono che vogliono una famiglia, un amore, ma in realtà il loro comportamento non è tale, poiché non hanno la capacità di avere una stabilità affettiva. Molte persone desiderano la pace nel mondo e poi sono costantemente aggressive nei rapporti privati”.


COSA DESIDERIAMO E COSA REALMENTE FACCIAMO

A tal proposito c’è un gioco terapeutico che lo psicoanalista propone ai suoi pazienti per avere una diagnostica della loro vita: “Chiedo quali sono le cose che desiderano di più e come destinano il tempo nella loro giornata. In genere- aggiunge lo psicoanalista- è drammatico il confronto tra queste due tabelle, perché è totalmente differente. Quello che vuole l’Io (la coscienza) è spesso molto diverso da quello che vuole l’inconscio. Le persone soffrono perché hanno desideri profondi molto diversi da quello che poi desiderano a livello cosciente”. Spesso quello che un soggetto pensa di desiderare è dettato dall’adeguamento ai canoni culturali condivisi. “Alcune persone hanno desiderato di essere una comparsa in ‘Trono di spade’- ricorda Mondo- ed è un tipico desiderio indotto dal collettivo”. Il principe dei desideri indotti è “consumare per godere costantemente. Per i giovani ‘Desidero esistere’ significa ‘Io godo quindi sono’. Non più io penso, ma io godo perché è il piacere a dare il senso all’esistere. Il godimento è nell’uso utilitaristico dell’oggetto e delle relazioni una dietro l’altra. Non solo cambiamo il jeans logoro che non dura più di una stagione, perché antiquato- commenta il fondatore dell’Impa- dobbiamo cambiare anche le persone”.

IL BISOGNO DI COMUNICARE NELLA LISTA DEI DESIDERI

Eppure, a rientrare nella lista dei desideri, c’è anche il bisogno di comunicare. Tra i frequentatori di Crowdwish c’è chi chiede ‘Vorrei imparare a comunicare meglio con mio padre’. “La spinta va colta- precisa lo psicoanalista- poi bisogna lavorare per accordare questo desiderio con le altre componenti che non desiderano questo. Il desiderio è uno degli abitanti del nostro mondo interno e deve mettersi d’accordo con gli altri. Se la sua voce è troppo forte o è assente danneggia l’individuo”. In sostanza il desiderio è una dialettica intorno a qualcosa, ed è positivo se non è schiacciante e univoco. “Una vita senza desiderio è orribile, così come una vita regolata solo dal desiderio spesso si svuota. Cosa ci mettiamo nella parola desiderio? Cosa nasconde? Un bisogno di essere accettati socialmente? Anche questo è necessario, ma attenzione se diventa schiacciante conformismo, o se si scambia il riconoscimento per il numero di Like sul mio profilo. Desideriamo amare? Questo sentimento non ha nulla a che vedere con il collezionismo erotico. La nevrosi spesso è questo”.

Il tema fondamentale è allora nel concetto di limite. “Nei fatti se siamo frustrati nel nostro desiderio ci attacchiamo o attacchiamo l’altro. Il limite permette di capire che quello che desidero non necessariamente si realizzerà se confligge con il bisogno altrui. Non siamo educati perché siamo in una società che fa perdere i limiti e la virtualità ha dato una forte spinta in questo senso. Forse dovremmo riflettere sul valore che attribuiamo al desiderio e sulla capacità che noi abbiamo come collettività- conclude Mondo- di aiutare i giovani nei desideri più profondi: autonomia e futuro”.

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