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Diregiovani nelle scuole: Belinelli incontra i ragazzi di Torrenova

In occasione della presentazione del progetto "Programma il futuro", i ragazzi dell’Istituto “Poseidone” di Roma hanno incontrato il campione dell'NBA

Pubblicato:15-09-2016 15:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:04

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programma_il_futuroROMA – Cosa può desiderare un bambino al suo primo giorno di scuola? Che il giorno di scuola sia “interrotto” da una festa, una giornata particolare, da raccontare ai suoi amichetti? Perché no. Beh, questa fortuna oggi è toccata agli studenti dell’Istituto Comprensivo “Poseidone” di Roma, quartiere Torrenova, periferia della Capitale, fatta di realtà complicate e istituzioni spesso in difficoltà. Ma anche ricca di iniziative e di buona volontà.

La presentazione del progetto “Programma il futuro”

È su queste basi che nella scuola romana stamattina l’anno scolastico si è aperto all’insegna della scienza, del progresso, della tecnologia ma anche e soprattutto, dello sport e di quello spirito festoso che solo i ragazzi sanno esprimere. Oggi a Torrenova si “programma il futuro”. È proprio questo il titolo del progetto che, patrocinato dal Miur e dal Cini (Consorzio Interuniversitario per l’informatica), ha coinvolto e coinvolgerà durante l’anno scolastico, gli studenti dell’istituto romano. A spiegare ragioni e potenzialità dell’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, il professor Enrico Nardelli, docente di informatica a Tor Vergata, e la preside dell’istituto, Annarita Tiberio.

Tutti a sostenere le ragioni della diffusione dell’informatica nelle scuole, forma di linguaggio per le prossime generazioni, ma soprattutto necessaria per sviluppare competenze logiche e capacità necessarie per risolvere i problemi, anche della vita quotidiana, nella maniera più efficiente e creativa possibile. Come sottolineava il docente universitario, tutto per creare: “non più generazioni di consumatori ignari di tecnologie e servizi, ma soggetti consapevoli di tutti gli aspetti in gioco della propria vita”. Leggasi il pensiero computazionale.


Alla presentazione anche il campione NBA Marco Belinelli

A dare manforte alla tematica, gli autori del progetto hanno chiamato un vero e proprio asso, che ha rapito la platea, sia dando testimonianza della sua passione per l’informatica (“assomiglia agli schemi tattici della pallacanestro”), sia quando, rispondendo alle domande dei bambini e dei belinelli_1giornalisti presenti, ha mostrato un volto da ragazzo “acqua e sapone”, così naturale da far volare il tempo a disposizione.

A parlare per quasi due ore c’era, direttamente dagli States, Marco Belinelli, unico italiano a vincere un titolo NBA (Con San Antonio nel 2014, ndr), nuova ala degli Charlotte Hornets. Platea emozionata e in visibilio un campione del genere non è roba da tutti i giorni. Messo subito in riga dai bimbi presenti, ha risposto, divertito, a chi gli domandasse cosa mangiasse per diventare campione (“evito di mangiare troppo dolci”), a cosa si deve fare per rimanerlo (“allenarsi molto e non perdere mai l’umiltà delle prime armi”), se mai tornerà in Italia (“è il mio paese, ne sono fiero e d orgoglioso, e sicuramente qui vorrò tornare”).

belinelli_2Belinelli e il fallimento della Nazionale azzurra a Rio

Con calma e molta serenità ha poi risposto alle domande dei giornalisti, in primis, sul fallimento della Nazionale azzurra , incapace di qualificarsi per le Olimpiadi di Rio (“c’è stato un black-out come spesso accade in azzurro; ci siamo sciolti sul più bello, non saprei dire né voglio dare la colpa a qualcuno in particolare”).

Dispiaciuto del poco appeal della nostra A1 e soprattutto della difficoltà in cui navigano grandi piazze come Siena, Bologna, Roma, che hanno scritto pagine di storia del basket italiano, relegate oggigiorno (e con fatica anche a rimanerci) nel purgatorio della serie cadetta, Belinelli si è detto sicuro di una nuova affermazione dei Milano in campo italiano (hanno tutto per bissare il titolo scorso”), mentre non si è voluto sbilanciare sulla corsa in NBA (“tantissimi campioni, difficile fare previsioni”). Poi, i bambini hanno preso il sopravvento: firme e gadgets per tutti, ai compiti ci si pensa da domani.

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