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Camion bar, Tredicine: “Bene Meloni, pronti a tornare con i chioschi o apette”

ROMA - Pronti a incontrare la nuova amministrazione, verso cui

Pubblicato:15-07-2016 14:15
Ultimo aggiornamento:15-07-2016 14:15

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camion-barROMA – Pronti a incontrare la nuova amministrazione, verso cui ripongono la loro fiducia, e a lavorare con il titolare del Commercio della Giunta Raggi, Adriano Meloni. A lui i titolari dei camion bar romani hanno già scritto e, dopo le parole spese ieri dall’assessore verso la categoria, rinnovano l’invito al dialogo.

LE PROPOSTE DEGLI AMBULANTI

Capitanati dal loro leader storico, Alfiero Tredicine, gli ambulanti hanno già un pacchetto di proposte: “Siamo pronti a trasformare i furgoni in chioschi stile Ottocento o, in alternativa, Apette vintage, oppure camioncini diversi dagli attuali”, spiega all’agenzia DIRE il presidente di Apre Confesercenti. E poi, “prezzi calmierati per alcuni prodotti, come le bevande, cibi di qualità e anche informazioni turistiche. A patto, però, che l’amministrazione riveda i piani sul commercio ambulante e permetta sette postazioni nella zona rossa: piazza Venezia, Fori imperiali e Colosseo. Il tutto- tiene a sottolineare Tredicine- rispettando rigorosamente il cono visivo dei monumenti”. I camion bar non sono belli da vedere ma offrono un servizio, aveva detto ieri Meloni, che oggi incassa la soddisfazione degli ambulanti: “Meloni ha ragione- spiega Tredicine- noi diamo un servizio. Per questo vogliamo sederci con lui e parlare. Non eravamo nel Centro storico perché eravamo amici di qualcuno, ma perché stavamo lavorando, stavamo facendo un servizio”.

È passato un anno da quel giorno di luglio 2015 in cui i camion bar, dopo anni di polemiche, hanno dovuto abbandonare le loro postazioni più prestigiose – Colosseo in primis – per liberare i monumenti di Roma così come stabilito dal Tavolo interistituzionale per il decoro, a cui partecipano Comune e Stato.


“Siamo finiti sul Lungotevere e in altre postazioni che non valgono niente- questo il bilancio degli ambulanti- la Giunta Marino ci ha ridotto alla fame. Ma adesso siamo di nuovo fiduciosi che questa amministrazione possa riportare Roma a essere una città produttiva”. Ma in realtà il Tavolo sta andando avanti, e nei piani originari dopo quel primo step c’era anche lo spostamento da altre zone, come Pantheon e San Pietro. “L’assessore blocchi gli uffici della direzione Commercio che vanno a ruota libera e non coinvolgono mai gli operatori al tavolo”, dice a proposito Tredicine. Perché gli ambulanti a quel tavolo ci vogliono stare. E vogliono dire la loro. “A Meloni diciamo che se il Comune ce lo chiede possiamo alzare la qualità, siamo d’accordo anche a trattare alcuni prodotti, come le bevande, con un prezzo concordato con l’amministrazione. E poi- aggiunge- abbiamo un’altra proposta che si accompagna all’aumento del decoro: far diventare i camion bar dei veri punti di informazione turistica, con personale qualificato pagato dagli operatori, quindi a costo zero per l’amministrazione”. Insomma, un servizio “a tutti gli effetti”. E anche l’aspetto cambierebbe radicalmente, abbandonando quel giallo ocra con le cartoline di Roma inviso a molti: “Ci aspettiamo che la nuova amministrazione prenda in considerazione questa nostra idea- dice ancora Tredicine- tenendo conto che siamo disposti a cambiare tutto. Possiamo diventare chioschi stile Ottocento, oppure possiamo essere apette vintage adatte al Centro storico o ancora trasformare i nostri furgoni come piace all’amministrazione”.

Il tutto, però, con la speranza di tornare là dove erano fino a un anno fa. “Ma con un numero limitato stabilito dall’amministrazione. Noi proponiamo sette postazioni nella zona di piazza Venezia, Fori Imperiali e via di San Gregorio. Naturalmente, sistemate in modo che il cono visivo sui monumenti sia rispettato”. Queste le proposte che gli ambulanti hanno nel cassetto da mesi e che adesso, dopo le parole dell’assessore Meloni, vogliono discutere con la nuova amministrazione. Il loro stato d’animo? “Siamo fiduciosi”, risponde Tredicine, anche perché “non esiste al mondo un Centro storico senza bancarelle”.

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