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Resistenza, a Bologna un fumetto a metà tra nazismo e bullismo

"La bicicletta di Emilia" è un fumetto che racconta due storie: una ambientata nel 1943 a Firenze, l'altra al giorno d'oggi a Bologna. Fino al 26 aprile in mostra al quartiere Santo Stefano

Pubblicato:15-04-2019 16:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:21
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BOLOGNA – Emilia vive a Firenze nel 1943, ha 14 anni e durante l’occupazione nazista aiuta suo padre, militante antifascista, a compiere alcune ‘missioni’. L’altra Emilia invece, vive a Bologna nel 2018, ha 14 anni e la sua migliore amica si chiama Marie, arriva dalla Nigeria ed è spesso vittima di prese in giro dai compagni di scuola per il colore della pelle. E’ da qui che nasce “La bicicletta di Emilia“, fumetto realizzato da Francesco D’Onofrio, operatore nelle scuole d’infanzia del Comune di Bologna e Davide Corazza, educatore e illustratore, entrambi collaboratori di Aics, che ha curato la realizzazione del libro.

“Questo fumetto crea un parallelismo tra due periodi storici diversi che però raccontano la stessa storia: mentre l’Emilia del passato portava avanti i valori della Resistenza, quella di oggi combatte contro razzismo e bullismo”, dice Rosa Maria Amorevole, presidente del quartiere Santo Stefano, dove mercoledì alle 18 sarà inaugurata la mostra, che rimarrà fino al 26 aprile. Per l’occasione, si terrà anche una conferenza per analizzare il fenomeno del bullismo.



La ‘prima’ Emilia è Oriana Fallaci che, da giovane ragazzina a Firenze, divenne staffetta del Partito d’Azione, vivendo i mesi dell’attività clandestina, dell’arresto e delle torture a suo padre (membro del partito) e liberazione della città. “Il Partito d’azione fu un movimento piccolo piccolo ma estremamente importante- spiega Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto Parri di Bologna- ebbe vita breve, dal 1942 al 1947, ma rappresentò una testimonianza ‘iperattiva’ di costruzione della democrazia dal basso. Tutti i suoi componenti, per lo più di estrazione liberal democratica discutevano sempre animatamente, ma proprio per questo gli azionisti lasciarono un segno importante”.

La resistenza, intesa in senso generale, “deve essere una battaglia culturale fatta di tanti piccoli gesti, a partire dal rispetto dei diritti e il riconoscimento dell’uguaglianza sostanziale”, dice Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro di Savena, Comune che ospiterà l’esposizione dal 3 al 18 maggio. L’obiettivo dei fumettisti è “far fronte a qualunque ingiustizia, che sia l’invasione nazista o il bullismo e proprio per questo vogliamo che il paragone tra i due fenomeni sia provocatorio”, dice D’Onofrio, che ha curato i testi del fumetto.

Il target di riferimento “sono i ragazzini in fase pre adolescenziale, dagli 11 anni in poi, perchè crediamo che ci sia ancora poco materiale ‘informativo’ rivolto a quella fascia d’età”, aggiunge Corazza che invece ha fatto le illustrazioni. Il fumetto rientra nel progetto “Pochi ma buoni, il Partito d’azione in Emilia-Romagna” sostenuto dalla Regione.

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