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Sociale, l’imprenditrice Mukamitsindo: “L’accoglienza è donna”

"Femminilità', umanita' e rispetto dei sogni di ogni persona": sono questi, spiega Marie Therese Mukamitsindo all'agenzia 'Dire', gli ingredienti della "cooperativa sociale" Karibu

Pubblicato:15-03-2019 13:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:14

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ROMA – “Femminilità’, umanita’ e rispetto dei sogni di ogni persona”: sono questi, spiega Marie Therese Mukamitsindo all’agenzia ‘Dire’, gli ingredienti della “cooperativa sociale” Karibu che le sono valsi il Moneygram Award 2018, il premio come imprenditore dell’anno di origini straniere in Italia.

Nell’intervista, realizzata in occasione di un convegno a Roma sul ruolo delle diaspore “med-africane”, Mukamitsindo ricostruisce le tappe che in provincia di Latina, a Sezze, l’hanno portata nel 2001 a realizzare un progetto che oggi fattura dieci milioni di euro e da’ lavoro a oltre cento persone tra assistenti sociali, psicologi e mediatori culturali. Secondo la fondatrice di Karibu, che aveva lasciato il suo Ruanda dopo i massacri del 1994, l’impegno e’ quello dell’accoglienza di migranti e rifugiati attraverso il sistema di protezione Sprar e progetti per la formazione dei giovani. “L’idea della cooperativa era nata dal fatto che arrivando qua negli anni Novanta non si trovava nessun centro d’accoglienza” racconta Mukamitsindo.

“Un approccio fondato su femminilita’, umanita’ e rispetto dei sogni di ogni persona mi ha spinto a immaginare di accogliere le donne con tutte le loro difficolta’, insieme con i loro figli, con i traumi che avevano subito a casa, quando erano state costrette a scappare, in strada o quando erano arrivate in Italia”.


Karibu e’ una parola che in lingua swahili vuol dire “benvenuto”. La cooperativa opera nel settore dell’accoglienza, dell’integrazione dell’assistenza, con interventi anche in materia di rimpatrio volontario, di donne richiedenti asilo, rifugiate e beneficiarie di protezione umanitaria sussidiaria nonche’ di minori stranieri non accompagnati.

SOCIALE. DEL RE: DIASPORE PARTECIPANO, BASTA NARRATIVE DISTORTE

L’immagine di comunita’ chiuse ripiegate su se stesse, che non vogliono comunicare con l’esterno, sono davvero obsolete; le diaspore partecipano e vivono nella societa’, fanno parte della nostra quotidianita’, e questa e’ una conquista”: cosi’ oggi il viceministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, Emanuele Claudia Del Re.

L’occasione e’ un convegno ospitato dalla Camera dei deputati dedicato al ruolo delle comunita’ di origine med-africane.

“L’incontro di oggi e’ una buona notizia, si inserisce in un percorso che vede eventi pubblici nei quali si parla di diaspore, il terzo al quale partecipo dall’ultima estate” ha sottolineato Del Re. “C’e’ un consolidamento profondo del concetto di diaspora nella nostra societa’, con il riconoscimento della sua dignita’ e del suo valore aggiunto nel contesto italiano”.

Secondo il viceministro, restano pero’ “problemi e sfide”, anzitutto la necessita’ di “raggiungere chi e’ preda di narrative distorte e sensazionalismi alimentati dai giornali”.

Il convegno e’ organizzato dal Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente (Cipmo). Il titolo e’ ‘Migrazione, accoglienza, inclusione, co-sviluppo. Il ruolo delle diaspore med-africane’.

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