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Giovani, passano di moda fede e scienza, vanno salute e tecnolgie

Declino delle vocazioni scientifiche, da una parte, e crescente

Pubblicato:15-03-2015 13:59
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:11

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giovani e tecnologia2Declino delle vocazioni scientifiche, da una parte, e crescente influenza della tecnologia sulla vita quotidiana di ciascuno, dall’altra: il legame tra scienza e società è sempre più inestricabile, ma quali sono gli atteggiamenti e le opinioni dei giovani, i potenziali scienziati di domani, nei confronti della scienza e della tecnologia? L’istituto indipendente di ricerca di Vicenza ‘Observa Science in Society’, dopo gli studi condotti negli anni precedenti, ha promosso l’indagine ‘Giovani, scienza, tecnologia e cibo’, anticipata nell’undicesima edizione dell’ ‘Annuario Scienza Tecnologia e Società, coinvolgendo un campione rappresentativo del territorio nazionale di 3.500 quindicenni, studenti al secondo anno di 100 scuole superiori italiane.

In linea di massima, riferisce la ricerca, gli adolescenti paiono vedere con favore le attività scientifiche e la tecnologia, soprattutto quando servono ad affrontare le malattie e le sfide legate alla salute, dimostrano interesse in particolare per gli aspetti pratici e si informano, specialmente attraverso la tv e il web. La storica contrapposizione tra scienza e fede pare sempre più in declino, ma accanto a questa fiducia nella scienza si distinguono varie preoccupazioni, fra cui quelle per l’ambiente e la sicurezza del cibo. La scienza secondo i ragazzi potrà essere utile nella vita e nel lavoro, ma degli scienziati ci si fida ancora poco e non sono molti quelli che ambiscono a diventarlo.

Nel dettaglio, in primo luogo sono stati analizzati gli interessi degli studenti per differenti aspetti scientifici e tecnologici, e sono emersi come primari quelli legati alla salute, il significato dei sogni, le scoperte scientifiche. Più staccati gli elementi immateriali legati al senso della vita e i fenomeni non ancora spiegati scientificamente. L’84% degli adolescenti (l’89% delle femmine e il 78% dei maschi) è interessato a cosa sappiamo e come possiamo curare il cancro, l’80% a conoscere e proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili (82% delle femmine e 78% dei maschi), il 75% a come prestare il primo soccorso (77% F, 73% M), il 72% ai possibili significati dei sogni (84% F, 60% M). Sette su dieci manifestano interesse per cosa sappiamo sull’Hiv/Aids e come tenerlo sotto controllo (75%F, 65% M), sulla sessualità e la riproduzione (67% F, 74% M), sulle invenzioni e le scoperte che hanno cambiato il mondo (65% F, 76% M) e sui fenomeni che gli scienziati non riescono ancora a spiegare (67% F, 73% M). E poi ancora: il 68% (72% F, 64% M) è interessato a come controllare epidemie e malattie, il 67% agli aspetti che riguardano la vita, la morte e l’anima (73% F, 60% M), il 64% ai danni da alcol e tabacco (65% F, 63% M), il 60% alla telepatia, la lettura della mente, il sesto senso e l’intuito (67% F, 52M).


I maschi risultano principalmente attratti dall’esplorazione dello spazio, dalla conoscenza scientifico-tecnologica e dall’ambiente, le femmine più orientate verso la salute, la cura del corpo e la ricerca del senso della vita; dati in continuità con precedenti indagini e in linea anche con gli orientamenti rilevati al momento dell’iscrizione ai corsi di laurea scientifici. Le principali differenze di tipo territoriale, invece, riguardano i temi della salute e dell’agricoltura, per i quali gli studenti e le studentesse del Sud e delle isole manifestano un interesse maggiore.

Gli studenti e le studentesse dichiarano, in linea di massima, pareri positivi nei confronti della scienza e della tecnologia, ma si tratta di una fiducia che non è incondizionata: si riconoscono infatti alcuni elementi di criticità, in particolare legati ai modelli di sviluppo e ai riflessi sull’ambiente e la salute. Se da una parte l’89% dei giovani pensa che la scienza e la tecnologia troveranno le cure per malattie come l’Aids o il cancro e l’80% che grazie alla scienza e alla tecnologia ci saranno grandi opportunità per le generazioni future, dall’altra il 57% valuta che scienza e tecnologia cambino troppo velocemente il nostro stile di vita. Esse sono ritenute responsabili da quasi un adolescente su due, il 46%, della maggior parte dei problemi ambientali; solo il 35% pensa che aiuteranno a eliminare la povertà e la fame nel mondo e meno di uno su 5 (19%) che aiuteranno i poveri. Appena il 17% afferma che dovremmo sempre fidarci di quello che dicono gli scienziati, che sono ritenuti neutrali e obiettivi solamente dal 25% degli adolescenti e in grado, secondo il 27%, di arrivare sempre alla risposta corretta applicando il metodo scientifico.

Informazione e partecipazione: si va poco in musei e a conferenze, sulla scienza ci si informa in tv e sul web. Gli studenti mostrano una scarsa propensione a partecipare a occasioni di carattere scientifico, preferendo alla partecipazione diretta la ricerca, piuttosto frequente, di un’informazione scientifica ‘mediata’ da tv e Internet.

Negli ultimi sei mesi il 64% dei giovani non ha mai visitato un museo della scienza, il 29% l’ha fatto una volta e il 7% due o più; l’86% non ha mai partecipato a una conferenza di ricercatori, l’11% ci è stato una volta, il 3% due o più volte; il 91% non ha mai partecipato a un festival della scienza, il 7% l’ha fatto una volta, il 2% due o più volte. Per quel che riguarda invece l’informazione attraverso i media, se il 21% non ha mai seguito programmi televisivi di divulgazione scientifica, il 46% li ha visti una o più volte al mese e il 33% ogni giorno/più volte la settimana. Legge articoli sulla natura o sulla scienza in libri o riviste una o più volte al mese il 53% dei ragazzi, ogni giorno/più volte la settimana il 16%, mai il 31%. Per quel che riguarda il web, il 36% legge notizie scientifiche sui social media ogni giorno/più volte la settimana, il 33% una o più volte al mese, mai il 31%; il 26% cerca informazioni sulla scienza e la tecnologia su Internet quotidianamente o quasi, il 40% una o qualche volta al mese, mai il 34%. Scarso è invece il ricorso alla Rete per scambiare informazioni con gli insegnanti: il 73% non lo fa mai, il 18% una o più volte al mese e il 9% ogni giorno/più volte la settimana. Tra coetanei pare emergere una differenza nella fruizione di contenuti scientifici: le femmine mostrano maggiore propensione a partecipare e informarsi di tanto in tanto, i maschi a farlo con assiduità.

Evoluzionismo: la maggioranza, anche tra i ragazzi credenti, sostiene la selezione naturale. Uno dei temi scientifici più dibattuti, anche in relazione all’insegnamento, è quello dell’evoluzionismo, che vede ai due poli opposti i cosiddetti creazionisti, che sostengono che l’origine della Terra e dell’uomo siano riconducibili a un atto divino, e gli evoluzionisti, che sostengono l’evoluzione delle specie attraverso il meccanismo di selezione naturale. Come la pensano gli adolescenti? Dall’indagine emerge che tra la maggioranza degli studenti (48%) prevale la teoria evoluzionista. Una quota non indifferente, uno su cinque (21%), afferma di non avere un’opinione precisa, mentre il 17% pensa che l’uomo sia il risultato di un’evoluzione naturale finalizzata a raggiungere la massima perfezione. L’opzione creazionista è marginale: il 9% dei ragazzi crede che ci sia un disegno divino che guida l’evoluzione, e una percentuale ancora minore, il 5%, che l’uomo sia una creazione divina che lo ha fatto direttamente così come lo conosciamo. A livello di conoscenze sull’evoluzionismo, la competenza degli studenti è in linea generale più che adeguata, con una media di risposte corrette su una serie di quesiti del 60% e una preparazione complessivamente maggiore tra le femmine.

Nel corso dell’indagine è stato anche chiesto agli studenti di indicare l’orientamento religioso, per verificare la relazione tra quest’ultimo e le teorie evoluzioniste. Se è pur vero che l’opzione creazionista è sostenuta in prevalenza dai ragazzi che dichiarano un’appartenenza a una religione (il 17% dei credenti, contro il 4% dei non credenti), la posizione evoluzionista è preferita soprattutto dagli studenti non religiosi (60%), ma in buona misura (42%) anche da coloro che seguono una fede. Un dato rilevante, che evidenzia che anche tra gli adolescenti le questioni scientifiche si sono in qualche modo slegate da condizionamenti religiosi. Confrontando, infine, l’opinione sulle origini della specie con il livello di competenza, emerge che gli studenti più competenti sono anche coloro che aderiscono alla teoria evoluzionista, mentre a una scarsa competenza corrisponde l’adesione alle tesi creazioniste.

L’allentamento della contrapposizione tra orientamento religioso e ‘vita secolare’ non sembra riguardare tra gli adolescenti solo un tema emblematico come l’evoluzionismo. Rispetto alla storica contrapposizione tra scienza e credo, è il 37% degli studenti ad affermare che la propria religione contraddice alcuni contenuti delle lezioni di scienze (19% F, 18% M). Un’uguale quota sostiene che le conoscenze religiose siano utili nella propria vita (20% F, 18% M), mentre scende al 13% la percentuale dei ragazzi che crede che la religione potrebbe influenzare la scelta futura di una carriera o di un lavoro (6% F, 7% M).

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