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Uganda, l’Ambasciatrice Akello: “Vorrei molti più investitori italiani” VIDEO

"E' da tanto che cerchiamo di costruire una diplomazia economica con l'Italia", ha spiegato l'Ambasciatrice in una lunga intervista all'Agenzia DIRE

Pubblicato:15-02-2017 14:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:54

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ROMA –  “Vorrei vedere molti più investitori italiani in Uganda”. Lo ha spiegato all’agenzia DIRE Grace Akello, Ambasciatrice dell’Uganda in Italia.

“E’ da tanto che cerchiamo di costruire una diplomazia economica con l’Italia. Abbiamo avuto vari investitori- ricorda- Sono stati degli italiani a occuparsi della seconda più grande diga del Paese del post-indipendenza, e ora ne stanno costruendo una a Bujagali e un’altra da 98 Megawatt ad Agago, nel nord del paese”.


Ma per la rappresentante di Kampala potrebbe essere fatto di più. Anche in virtù del fatto che tra questi due paese “esistono relazioni di lunghissima data”, soprattutto sul piano culturale. “Gli italiani sono molto coinvolti nel sistema educativo ugandese” spiega l’Ambasciatrice Akello, “soprattutto grazie ai missionari, arrivati dall’Italia a partire dai primi del Novecento, i quali si sono subito preoccupati di avviare scuole per garantire un’istruzione a tutti”.



La presenza italiana è stata inoltre significativa sul piano della salute pubblica, “attraverso la costruzione di ospedali e corsi di formazione per infermieri e ostetriche”, ricorda ancora la rappresentante diplomatica. In quanto all’Italia, “adoro vivere qui”, assicura. “La gente è accogliente e amichevole, mi ricorda molto gli ugandesi. Mi piace lo stile di vita, il cibo semplice, il fatto che la gente si cucini da sé, ed è tutto molto buono. Non ci sono tanti fast food. Inoltre mi piace il fatto che ci siano molti cattolici, che portano avanti i valori della Chiesa”. Nel Paese africano i cattolici costituiscono infatti circa la metà della popolazione. “Tutto questo- evidenzia la rappresentante di Kampala- fa dell’Italia un posto salutare in cui vivere. Sono stata in altre città, come Genova, Milano, Torino, Perugia. Sono tutte belle, ma Roma resta la mia preferita“, conclude.

L’ECONOMIA? “IN UGANDA CRESCE BENE”

In Uganda economia e sicurezza negli ultimi anni si sono rafforzate, e questo è uno dei fattori che hanno favorito la vittoria alle presidenziali di Yoweri Museveni, capo di Stato da oltre trent’anni. Per questo Akello trova “logico” che i cittadini lo abbiano riconfermato in carica.


L’Ambasciatrice chiarisce che “l’opposizione non è debole. Alle ultime elezioni abbiamo ad esempio avuto tra i candidati Kizza Besygie del Forum of democratic change, l’ex Primo ministro, e molti altri provenienti da vari partiti di opposizione”, che hanno dato al presidente uscente filo da torcere, ma non sono riusciti a batterlo perché “Museveni è un leader forte”.


“La ricchezza in Uganda sta crescendo- assicura l’Ambasciatrice- è una delle economie più forti dell’Africa e la popolazione se ne sta accorgendo. Anche il livello della sicurezza è molto migliorato, il paese è più pacifico”. In che modo il governo combatte il terrorismo e l’islam radicale? “In Uganda- risponde la rappresentante diplomatica- procediamo con molta attenzione. A luglio del 2010 – quando abbiamo subito un doppio attacco bomba – abbiamo scoperto che nel paese esistevano delle cellule legate al terrorismo islamico di Al-Qaeda. Ai terroristi non era piaciuto che truppe ugandesi facessero parte del contingente di pace dell’Unione africana – l’Amisom, ndr – presente in Somalia. Per questa ragione, molte persone sono morte, persone che stavano semplicemente assistendo a una partita di rugby. Le bombe infatti esplosero all’interno dello stadio. Altre esplosero in un ristorante, dove della gente stava cenando. Da allora abbiamo ristrutturato la sicurezza interna, e procediamo con estrema attenzione, a partire dall’identificazione di tutte le persone che risiedono entro i confini nazionali”.


Un’altra grave minaccia per gli ugandesi è oggi rappresentata da cancro, “una nuova emergenza”, come lo definisce Grace Akello, “ma non un nuovo problema. La gente forse lo percepisce di più perché grazie ai media è meglio informata. Ma gli ammalati sono tanti“. In risposta a questa complessa malattia “abbiamo da molto tempo fondato un centro specializzato per la lotta ai tumori – l’Uganda cancer Institute – Il problema è come sempre trovare i fondi per finanziarlo e fornire così le cure necessarie. Inoltre abbiamo bisogno che il sistema sanitario nazionale faccia maggiore informazione- aggiunge ancora l’Ambasciatrice- affinché i malati non si rivolgano ai medici quando è ormai troppo tardi. Le persone devono sapere che cos’è il cancro, cosa provoca e quali conseguenze comporta. In molti sono ancora convinti che è sufficiente essere toccati da un malato per restarne contagiati. Esiste una vera propria fobia”.

Di fronte a una situazione così complessa, l’Ambasciatrice suggerisce di mettere rapidamente in campo “una strategia per il trattamento dei malati oncologici prima che sia troppo tardi”, partendo “dall’educazione” e dalla creazione “di consapevolezza” circa questo insidioso problema.

di Alessandra Fabbretti

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