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Padoan difende le riforme: “I risultati si vedono, ma dobbiamo ridurre il debito”

ROMA - I "risultati" delle riforme "si vedono

Pubblicato:15-02-2017 15:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:54

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ROMA – I “risultati” delle riforme “si vedono in molti settori, non ho esitazioni a dirlo, dalla giustizia alla lotta all’evasione”. Pier Carlo Padoan, intervenendo alla presentazione del rapporto Ocse sull’economia italiana, rivendica il suo lavoro. Dalle riforme al debito pubblico, passando per la situazione delle banche e le future privatizzazioni: secondo il ministro dell’Economia la via è ancora lunga e in salita ma, come testimoniano i dati Ocse che rivedono al rialzo le stime del Pil italiano per il 2017, la strada intrapresa è quella giusta.

L’Italia, sottolinea Padoan, deve “continuare a trovare il difficile equilibrio tra risanamento, sostegno alla crescita e lotta alla povertà“. Quanto al problema della produttività, è “innegabile che l’andamento sia andato male, ma non da ieri, bensì negli ultimi decenni”. Un paese come l’Italia, prosegue, con un alto debito pubblico “non può crescere in modo stabile se non riduce questo debito”. Secondo il ministro, però, il debito “si è stabilizzato e comincerà a scendere” anche perché l’Italia resta “uno dei paesi più virtuosi in Europa” per la politica di bilancio.


“Inviterei le banche- aggiunge Padoan- a sfruttare meglio gli strumenti che ci sono per fare degli sforzi per liberarsi delle sofferenze e accrescere il capitale disponibile  per fare credito alle imprese”. Il ministro ritorna poi sui “timori” sulle privatizzazioni di aziende partecipate dallo Stato, definendo queste idee “semplicemente sbagliate: l’idea su perché si fanno le privatizzazioni non è cambiata- spiega- le risorse servono per abbattere il debito ma l’obiettivo non è solo fare cassa ma aumentare l’efficienza manageriale. Le privatizzazioni fatte e quelle che si faranno non tolgono lo Stato dal posto di guida- sottolinea- ma lo mantiene con più strumenti, gli obiettivi strategici rimangono pienamente operativi”.

 di Michele Bollino

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