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Maltrattamenti ai disabili, Afdel Onlus chiede le dimissioni del medico responsabile del Centro di Grottaferrata

Lo fa sapere Vincenzo Di Giulio, presidente dell'Associazione Famiglie Disabili 'E.Litta' (Afdel Onlus), che ha convocato una riunione straordinaria del proprio Consiglio direttivo lo scorso sabato, aperta in via eccezionale a tutti i familiari degli ospiti del Villaggio E.Litta

Pubblicato:15-02-2016 11:56
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:58

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ROMA – “Resta ferma l’unanime indignazione e condanna morale a chi ha perpetrato gli atti che sono stati posti all’attenzione di tutti dai NAS e diffusi dai media, così come fermo è il desiderio e la richiesta che venga fatta chiarezza su tutti i fatti accaduti, già accertati e da accertare. Unanime è la richiesta che le responsabilità dell’accaduto siano analiticamente ricercate ad ogni livello e in ogni sede, da chi opera così come da chi deve esercitare il controllo. In particolare richiamandoci al concetto giuridico della ‘culpa in vigilando’, chiediamo le immediate dimissioni del ‘Medico Responsabile del Centro’ in quanto ‘responsabile dell’assistenza sanitaria, del benessere psico-fisico e della corretta gestione delle attività quotidiane dell’ospite degente“. Lo fa sapere Vincenzo Di Giulio, presidente dell’Associazione Famiglie Disabili ‘E.Litta’ (Afdel Onlus), che ha convocato una riunione straordinaria del proprio Consiglio direttivo lo scorso sabato, aperta in via eccezionale a tutti i familiari degli ospiti del Villaggio E.Litta.

“Alla convocazione- prosegue Di Giulio- hanno risposto la quasi totalità delle famiglie, a testimonianza di quanto l’accaduto abbia segnato profondamente tutti noi. Molto importanti sono stati i contributi di idee e i racconti di tanti fatti occorsi, portati all’attenzione di tutti”. La Afdel Onlus ha appositamente deliberato “la messa a disposizione di uno sportello legale a cui tutti i familiari degli ospiti del Villaggio potranno gratuitamente rivolgersi per una giusta informazione sui diritti dei propri cari e sulla corretta modalità di esigerne il rispetto”.


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L’Associazione Famiglie Disabili ‘E.Litta’ prende “positivamente atto delle dichiarazioni della Dirigenza del Villaggio relative alla decisione, forse tardiva, di installare le telecamere, approvata da tutti i presenti. Forte è però- afferma il presidente- la richiesta di tornare a un Villaggio aperto, dove l’accesso ai propri cari sia possibile senza filtri e/o limitazioni. E’ comune il convincimento che la ‘Trasparenza’ sia la strada maestra per ricreare quel clima di fiducia oggi irrimediabilmente compromesso da quanto accaduto. Chiediamo il libero accesso dei Familiari perché ciò garantisce che non c’è nulla da nascondere. Si deve tornare ad avere la gioia di lasciare il proprio caro al Villaggio per garantirgli una migliore qualità di vita e non per estrema necessità o impossibilità di accudire direttamente i propri cari. Troppo è lo strazio che diversamente dilania il cuore di tutti noi”. Afdel Onlus contesta inoltre “il nuovo modello organizzativo che sopprime il ruolo fondamentale dello ‘psicologo dell’area riabilitativa’, indispensabile per il sostegno alle famiglie- sottolinea Di Giulio- e si adopererà per continuare a tenere in vita i gruppi esperenziali terapeutici, da ieri non più garantiti dalla Dirigenza del Villaggio. Appare evidente che proprio in questo periodo difficile non deve venire meno il sostenere le famiglie e permettere al dolore, spesso vissuto in dignitoso silenzio e solitudine, di esprimersi e confrontarsi con gli altri, di fare emergere le fragilità nascoste sotto le cicatrici che diventano corazze, di condividere le storie personali come arricchimento comune”.

Di Giulio continua: “Possa divenire questo nostro martirio un utile strumento per sensibilizzare chi ha la responsabilità nelle sedi territoriali, regionali, nazionali di definire quadri normativi di accreditamento e controllo improntati alla centralità dei ragazzi disabili che non hanno voce, accettando nei tavoli decisionali le rappresentanze di chi questa voce può far sentire: noi genitori”. Per questo piccolo universo in cui ogni storia di disabilità è una storia a sé, “in cui nessun disabile è uguale a un altro, si deve cambiare l’approccio, si può, è un dovere cambiarlo. Occorre tenere in eguale considerazione gli aspetti abilitativi e quelli riabilitativi. Occorre uscire da griglie temporali impossibili da codificare per chi è ‘diverso’, occorre lasciare nei cassetti la calcolatrice come strumento di miglioramento dell’efficacia ed efficienza- conclude il presidente di Afdel Onlus- occorre uno scatto d’orgoglio per dare un messaggio di civiltà a questa silenziosa e sofferente minoranza dedicandogli tutte le risorse necessarie. Occorre realizzare questo cambiamento abbattendo le fortissime discriminazioni territoriali attuali per essere tutti nella stessa migliore Italia“.

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