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Intascavano i soldi del caro estinto, stanati 12 furbetti

L'accusa e' quella di aver riscosso indebitamente le pensioni di loro parenti deceduti per un importo di oltre 272.000 euro

Pubblicato:15-01-2018 11:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:21
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BOLOGNA – Hanno nascosto all’Inps la morte dei loro parenti e hanno continuato a intascare la pensione del ‘caro estinto’. Ma sono stati scoperti.

La Guardia di finanza di Bologna, in collaborazione con la Direzione centrale Audit dell’Inps e la sede provinciale dell’istituto di previdenza, ha denunciato alla Procura 12 persone.

L’accusa è appunto quella di aver riscosso indebitamente le pensioni di loro parenti deceduti per un importo di oltre 272.000 euro.


LE INDAGINI IN TUTTA LA PROVINCIA DI BOLOGNA

Per nove persone, il gip del Tribunale di Bologna, Rossella Materia, su richiesta dell sostituto procuratore Luca Alfredo Davide Venturi, che ha coordinato le indagini, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente delle somme di denaro illegittimamente incassate, quantificate in circa euro 160.000. Si tratta della seconda tranche di una indagine partita nel 2016 che inizialmente aveva interessato solo il Comune di Bologna individuando quattro persone che avevano percepito le pensioni di defunti per un totale di oltre 190.000 euro. In questa seconda fase, invece, gli accertamenti sono stati estesi all’ambito provinciale.

In particolare, i finanzieri di Bologna, stavolta hanno approfondito 25.000 posizioni di soggetti deceduti nel triennio 2013-2015 hanno scovato ulteriori 12 persone, tutte residenti nella provincia di Bologna (tranne una residente nella provincia di Ravenna) che, nascondendo all’Inps il decesso di loro congiunti, hanno continuato ad incassare illegalmente le loro pensioni anche grazie al fatto che la maggior parte di loro era delegata ad operare sui conti correnti bancari dei parenti defunti. In un caso è stato riscontrato che uno dei soggetti smascherati ha riscosso la pensione di un familiare morto più di tre anni prima, intascando quasi 62.000 euro attraverso ripetuti prelievi bancomat.

I ‘furbetti’ delle pensioni denunciati dalla Gdf (tre di loro saranno perseguibili solo in via amministrativa in ragione della lieve entità dell’illecito profitto conseguito) sono stati segnalati anche all’Inps, in virtù dell’apposito protocollo d’intesa stipulato tra la Guardia di Finanza e l’ente previdenziale, che peraltro, nella quasi totalità dei casi aveva già avviato autonome procedure di recupero delle rate pensionistiche indebite. L’attività di contrasto alle frodi nel settore previdenziale condotta dalla Guardia di finanza “mira a garantire l’effettivo sostegno alle fasce più deboli della popolazione, evitando il dispendio di risorse a beneficio di soggetti non aventi diritto”, concludono le Fiamme gialle.

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