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Dimore storiche private a Nardella: “Giù Imu e Tasi o molliamo”

FIRENZE - Ogni 1.000 lavoratori nella provincia di Firenze, "tre sono addetti ad attività connesse alla gestione e

Pubblicato:15-01-2016 13:12
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:47

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FIRENZE – Ogni 1.000 lavoratori nella provincia di Firenze, “tre sono addetti ad attività connesse alla gestione e manutenzione delle dimore storiche”. Un sistema che, sempre nell’area fiorentina, “può essere assimilato ad una grande azienda, con circa 1.000 dipendenti”. Sono i numeri che emergono da uno studio realizzato da Deloitte Financial Advisory per conto dell’Associazione dimore storiche italiane (Adsi) grazie al contributo della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Nell’analisi si sottolinea come il sistema degli edifici storici all’interno dei confini dell’ex provincia “ha garantito nel 2012 un gettito Imu di oltre 8 milioni di euro, pari al 4,5% del totale”. Inoltre si calcola una capacità di ricezione turistica “pari al 6% del numero totale di strutture ricettive”. Illustrati i ‘meriti’, l’Adsi elenca i problemi che affliggono il settore. Partendo da una considerazione: le proprietà sono soggette a un vincolo di tutela che obbliga a custodire gli immobili in ottime condizioni. Una prerogativa “che impone continui lavori di manutenzione; limiti di interventi realizzabili sulle strutture; rigide sanzioni penali in caso di non rispetto degli obblighi”.

dimore_villa_garzoni_collodi_pistoiaIl punto, sottolinea Bernardo Gondi, presidente di Adsi Toscana, “è che oneri e costi sono ormai insostenibili. Per questo è necessario intervenire con misure urgenti, nella forma di un regime fiscale più favorevole”. E’ qui che il professor Luciano Monti, docente di politica economica europea alla Luiss, avanza l’ipotesi “di una riduzione dell’imposta unica comunale del 30% su un valore medio di tassazione per dimora storica stimato conservativamente in 15.000 euro, condizionata ad investimenti per la valorizzazione delle stesse strutture”. Una riduzione che, spiega, “genererebbe un circuito virtuoso sul gettito fiscale, legato alle attività di manutenzione e all’Iva generata, di oltre 7 milioni di euro sugli oltre 3.000 immobili vincolati in Toscana“.

dimore_villa_garzoni_collodi_pistoiaPer Gondi, la logica di questa operazione, “è evitare la spirale negativa, ovvero il sempre più diffuso abbandono forzato degli immobili da parte dei proprietari che non sono più in grado di mantenerli”. Un ragionamento che Gondi rivolge anche al sindaco di Firenze, Dario Nardella: ridurre le aliquote comunali “darebbe sicuramente una boccata d’ossigeno”.


Al primo cittadino “chiediamo di abbattere o ridimensionare la tassazione sull’Imu. Ma anche sulla Tari: il calcolo su un palazzo storico di 500 metri quadri, abitato da una persona, non può essere fatto tenendo conto solo delle dimensioni, visto che praticamente lo stabile non produce immondizia. In questi casi bisogna compensare”. Maggiori agevolazioni anche sul fronte dei restauri, “diminuire cioè la tassa sul suolo pubblico per i ponteggi”.

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