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Migranti, i paesi dell’est Europa: “No alle quote di accoglienza, solo aiuti economici”

I "Paesi Vysegrad" sono pronti a dare tutto il contributo economico possibile ma non accetteranno meccanismi che prevedano le quote

Pubblicato:14-12-2017 15:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:59

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BRUXELLES – Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria (noti anche come “Paesi Vysegrad”) sono pronti a dare tutto il contributo economico possibile all’Italia, ma non accetteranno mai meccanismi che prevedano quote di richiedenti asilo da accogliere sul proprio territorio. Lo ha detto il primo ministro slovacco, Robert Fico, a margine del vertice del Consiglio europeo, in corso a Bruxelles.

Abbiamo offerto 35 milioni di euro“, ha ricordato parlando dell’offerto ufficializzata oggi dai leader dei quattro Paesi dell’est. “Siamo pronti a spenderne anche di piu’ perche’ abbiamo intenzione di mostrare la nostra solidarieta’” nei confronti dei Paesi in prima linea come Italia e Grecia.


“Allo stesso tempo – ha chiarito Fico, socialista – respingiamo nel modo piu’ assoluto l’idea delle quote perche’ riteniamo che non funzioni“. Non solo per Fico e i partner dell’Est lo schema di ricollocamento dei migranti “e’ inefficace”, ma decisioni di questo tipo “sono davvero divisive, e sarebbe un errore aprire dossier su cui ci sono divisioni”. Il premier slovacco ha poi suggerito di “concentrarsi su questioni dove si puo’ raggiungere un accordo”.

A quote e ricollocamenti non ha fatto alcun accenno il primo ministro ungherse, Viktor Orban. Anche Orban ha ribadito la piena disponibilita’ a offrire assistenza economica, e quella soltanto. “I ‘Paesi Vysegrad’ – ha detto il primo ministro – sono pronti a contribuire con una consistente somma di denaro per aiutare a difendere i confini esterni dell’Ue e favorire azioni in Libia”. Gli Stati membri dell’Est intendono “combattere le cause dell’immigrazione”, ha aggiunto Orban senza dire una parola sugli schemi di solidarieta’ interna.

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