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Scontro tra alleati in Consiglio, Il Psd: Ps andava ascoltato sul bilancio

SAN MARINO - Gli equilibri interni

Pubblicato:14-12-2015 16:22
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:42

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San Marino_Aula Consiglio

SAN MARINO – Gli equilibri interni alla maggioranza e il flirt fra Psd e Partito socialista, schierati nell’ordine fra le fila di maggioranza e opposizione, fanno sentire i loro effetti durante il dibattito sulla Finanziaria 2016 che si è concluso questa mattina in Consiglio grande e generale. Le due sigle lamentano infatti l’atteggiamento degli altri partiti sulle proposte che gli uomini del garofano rosso hanno portato sul tavolo della coalizione di governo. Avvertendo che i ‘no’ pronunciati durante gli incontri avranno delle conseguenze. La prima mossa viene proprio dal Partito socialista, dal quale Paride Andreoli riepiloga quanto successo: “I nostri dirigenti, con in testa segretario e capogruppo, si sono seduti al tavolo della maggioranza per dare un contributo”, afferma in Consiglio, ma il risultato non è ciò “che il Ps voleva”. Di qui la scelta: “Non per questo smetteremo di dare il nostro contributo”, ma ciò accadrà solo “dentro quest’Aula”, e non fuori da Palazzo Pubblico.

Le sue parole vengono raccolte dal capogruppo del Psd, Gerardo Giovagnoli, pronto a tirare le orecchie a chi, nella sua coalizione, ha snobbato i socialisti: “Colgo con dispiacere le parole del Ps e del consigliere Andreoli riguardo all’impossibilità di continuare un confronto con la maggioranza”, dice, “il messaggio di unità lanciato dal Partito socialista doveva essere accolto diversamente dalla maggioranza, e questo lascerà degli strascichi”. La polemica poi prosegue: “Sono molto dispiaciuto che in un momento di difficoltà come questo la maggioranza non sia stata capace di recepire questa apertura per riuscire a portare a casa quello che serve al Paese, la disponibilità a trovare delle sintesi in questa fase andrebbe recepita”. Quindi una chiosa al veleno: “La fermentazione politica è aumentata e questo non rende le cose più semplici”. Fra gli alleati Manuel Ciavatta del Pdcs tocca l’argomento, anche se indirettamente, sostenendo che “il rapporto su certi temi tra maggioranza e opposizione deve essere di condivisione e lavoro insieme, perché una sintesi è possibile anche partendo da posizioni differenti”. Mentre l’indipendente Denise Bronzetti evita di far finta di niente: “Non sarà sfuggito a nessuno il fatto che all’interno dei partiti che hanno partecipato al tavolo di confronto con la maggioranza, in particolare il Ps, ci siano posizioni disallineate”.


La crepa non passa inosservata nemmeno agli occhi dell’opposizione, dalla quale Francesca Michelotti di Sinistra unita parla di un governo nel quale “non c’è unità di intenti e di pensiero”, ma piuttosto “un clima pre-crisi”. Durante il dibattito si discute anche di emendamenti, con il segretario di Stato alle Finanze, Giancarlo Capicchioni, che apre all’opposizione su temi come “la green economy, il rientro di capitali, la certezza delle norme” e alcuni “emendamenti del Ps”. Il dibattito previsto nel pomeriggio è stato depennato per dare la possibilità alle sigle politiche di dedicarsi alle opportune analisi su quelli che Capicchioni ha definito una “montagna di emendamenti”. Da parte sua, il governo ha depositato 42 pagine di interventi sul testo della prima lettura.

Di Jeffrey Zani – Giornalista

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