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A Esmo ricerche che riaccendono speranza nella lotta ai tumori

In cinque giorni di congresso oltre 22mila oncologi e ricercatori

Pubblicato:14-09-2017 09:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:41

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ROMA –  Cinque giorni di congresso, oltre 22mila oncologi e ricercatori presenti: questi i numeri dell’ESMO, appena concluso a Madrid. Ma quali sono le ricerche presentate e discusse che hanno suscitato più interesse e maggiori speranze in pazienti e clinici? La stessa presidenza della European Society of Clinical Oncology ha espresso come d’abitudine la segnalazione dei dieci migliori trials presentate nel simposio degli oncologi europei.

Tra i trials segnalati come potenzialmente in grado di cambiare gli standard terapeutici ci sono lo studio LORELEI (concentrato su carcinoma mammaio HER2 negativo), MONARCH 3 (su cancro al seno in soggetti in postmenopausa con HER2 negativo), ARIEL 3 (terapia di mantenimento per tumori ovarici recidivi), RANGE (terapia per cancro uroteriale metastatico), COMBI-AD e CheckMate 238 (due studi sul melanoma metastatico e dopo trattamento chirurgico del melanoma ad alto rischio di recidiva).

LO STUDIO PACIFIC

Ma lo studio che potenzialmente può essere ritenuto più significativo, anche perché incide su una neoplasia devastante e ad altissima mortalità e che da anni mancava assolutamente di novità terapeutiche, è il PACIFIC, ricerca immunoncologica nell’ambito delle neoplasie polmonari. Il risultato della sperimentazione di fase III dello studio PACIFIC hanno infatti dimostrato un miglioramento nella Progression Free Survival (PFS) di oltre 11 mesi nei pazienti trattati con durvalumab rispetto ai pazienti trattati con placebo. Il miglioramento della PFS con durvalumab è stato osservato in tutti i sottogruppi pre-specificati, inclusa l’espressione del PD-L1; inoltre i pazienti cui è stato somministrato durvalumab hanno dimostrato un’incidenza ridotta di nuove metastasi, rispetto ai pazienti trattati con placebo.


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Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano, ha commentato il trial sottolineando che “i risultati di fase III PACIFIC sono incredibilmente incoraggianti per una popolazione di pazienti che fino ad oggi non disponeva di opzioni terapeutiche. In qualità di prima terapia immuno-oncologica a raggiungere il miglioramento nella sopravvivenza libera da progressione, durvalumab dimostra così un chiaro potenziale di diventare la nuova terapia standard offrendo la speranza di incrementare il tasso di guarigione in questa tipologia di pazienti affetti da NSCLC (non small cell lung cancer) non operabile localmente avanzato che non hanno dimostrato miglioramenti in seguito alla chemioradioterapia”.

Lo studio Pacific ha coinvolto 236 centri di cura in 26 Paesi, tra cui l’Italia. La sperimentazione PACIFIC proseguirà ora al fine di valutare l’altro endpointprimario: la sopravvivenza complessiva dei pazienti trattati. Ogni anno in Italia circa 42mila persone ogni anno ricevono una diagnosi di tumore al polmone, con un’incidenza maggiore registrata nella popolazione maschile ed una bassissima pecentuale di sopravvivenza (circa il 17% a cinque anni). Per queste persone a partire dall’ESMO 2017 l’attesa di vita può cambiare in modo significativo.

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