NEWS:

Goletta verde 2015: inquinato il 45% delle coste italiane – VIDEO

Legambiente tasta il polso al mare italiano, e i

Pubblicato:14-08-2015 08:30
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:30

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

IMG_6684Legambiente tasta il polso al mare italiano, e i risultati non sono rassicuranti. Il laboratorio mobile usato dai tecnici di Goletta verde hanno analizzato lungo 7.355 km di costa, 266 campioni d’acqua, di cui il 45% è risultato contaminato da cariche batteriche, perché eccedono i limiti imposti dalla normativa. Ciò vuol dire che  ogni 62 km di costa un punto risulta inquinato o fortemente inquinato.

A risultare più preoccupanti sono le spiagge prossime alle foci di fiumi, canali o torrenti: “A risultare inquinanti non sono tanto le foci dei grandi fiumi, come si pensa comunemente- spiega la responsabile Campagne di Legambiente, Serena Carpentieri -bensì i piccoli canali e rigagnoli, dove di solito vanno a giocare i bambini”. La causa prima dell’inquinamento delle acque è infatti l’assenza o il cattivo funzionamento dei depuratori, che secondo l’Istat riguarda il 42% degli scarichi fognari dell’intera nazione.


Il ‘deficit depurativo’ italiano trova conferma nelle due sentenze di condanna che l’Unione Europea ha emesso nel 2012 e nel 2014, “Procedimenti che riguardano un agglomerato su tre” e di cui Carpentieri sottolinea l’impatto negativo che avranno non solo alivello ambientale, ma anche economiche, poiché “si calcola che le sanzioni in arrivo raggiungeranno i 476 milioni di euro all’anno dal 2016 al completamento delle opere necessarie a risolvere questa situazione”.

Sulla questione quindi devono intervenire le amministrazioni locali, tuttavia per il presidente Vittorio Cogliati Dezza “il maggiore problema è proprio l’atteggiamento dei comuni dell’entroterra che, a differenza di quelli costieri, che intervengono con opere di miglioramento degli scarichi perché si preoccupano della balneabilità delle loro spiagge, tendono a deresponsaibilizzarsi. Serve invece complementarietà delle azioni” conclude.

Quella presentata oggi alla sede centrale di Roma non è una classifica a livello nazionale, tuttavia è emerso che le coste con le maggiori criticità si collocano nelle Marche, Abruzzo e Sicilia, mentre viene riconfermata l’ottima performance della Sardegna.

Tra i 120 punti valutati inquinati e fortemente inquinati, il IMG_668949% risulta non campionato dalle autorità competenti, cioè non sottoposto a nessun tipo di controllo sanitario. Addirittura,gli esperti di Legambiente hanno scoperto che il 38% di tali punti sono indicati come ‘balneabili’ nel portale delle acque del Ministero della Salute, talvolta persino in classe eccellente.

Altro aspetto che emerge è l’assenza di adeguata cartellonistica: dei 266 punti monitorati, il ‘divieto di balnezione‘ mancherebbe in 122. Inoltre, come da direttiva europea, in prossimità dell’accesso alle spiagge deve essere installato un cartello informativo che illustri la qualità dell’acqua sulla base della media dei giudizi raccolti negli ultimi 4 anni, eventuali ragioni di criticità, e i numeri utili a cui il cittadino può rivolgersi per qualsiasi tipo di segnalazione: tali cartelli sono presenti solo nel 3% dei casi. Legambiente sollecita quindi le amministrazioni Comunali a provvedere, trattandosi di un adempimento che rientra nelle loro competenze.

Di Alessandra Fabbretti

 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it