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Fascismo, Corsaro: “Cancellato post, mi scuso con chi si è sentito offeso”

"Mai il mio intento è stato quello di fare alcun riferimento di tipo religioso"

Pubblicato:14-07-2017 09:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:31

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ROMA – “Allora, per la prima volta, ho deciso di cancellare un post, sebbene la traccia (qui la ‘i’ ci sta bene, ministro Fedeli) di molte invettive avrebbe meritato la conservazione, a dimostrazione di chi ed in che misura sia l’ignorante”. Lo scrive su facebook il deputato Massimo Corsaro.

“Lo faccio- spiega- dopo due giorni non a causa di una tardiva riflessione, ma perché non è mio costume lanciare il sasso e ritrarre la mano, e perché ho ritenuto che fosse giusto consentire a tutti di esprimersi su una mia dichiarazione che è stata volutamente e scientificamente travisata per creare lo scandalo, e che si è purtroppo rivelata utile solo ad un governo che nello stesso giorno stava ponendo la fiducia sull’ennesimo provvedimento che toglie quattrini ai contribuenti, per coprire i buchi generati dalla mala gestione delle banche”.

Ma a questo punto, dice, “dall’una e dall’altra parte, si stava travalicando, quindi basta così. Tengo quindi – in primo luogo – a ribadire quanto ho subito affermato appena ho visto che, ciò che a me sembrava ovvio e scontato, non lo fosse per i professionisti della manipolazione mediatica (pazienza), ma anche per molte persone in buona fede. Nel mio post, con la formula del ‘lazzo pesante’, ho inteso indirizzare un insulto ad un collega: ‘sei un testa di…’. Se questa é colpa grave, in una stagione e su uno strumento comunicativo in cui – francamente – di volgarità anche non solo espressive se ne vedono ‘di ogni’, allora di questo sono colpevole”.


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“Ma mai, mai, mai- ci tiene a ribadire Corsaro-, il mio intento è stato quello di fare alcun riferimento di tipo religioso; e per il fraintendimento che avevo mio malgrado generato, ho immediatamente espresso le mie scuse a chi – in buona fede – se ne sia sentito offeso. A partire dalla Comunità Ebraica. Cui spero mi sarà data occasione di poterlo spiegare personalmente”.

“Chi mi segue lo sa (e spesso, per questo, mi contesta)- dice ancora-: sono pervicacemente ateo, e non avrebbe alcun senso, per me, prendermela con qualcuno per motivo di una sua Fede, non avendone io da difendere una diversa. Piuttosto, ed anche questo è facilmente verificabile dai miei scritti, se c’è una gerarchia ecclesiale verso cui non esito a riversare strali politici, quella è la gerarchia della Chiesa Cattolica, cui contesto la reiterata intromissione in materie ‘temporali’ di esclusiva pertinenza dello Stato laico, in uno con la progressiva perdita di messaggi spirituali e filosofici. Ma questo è altro discorso. Né, avrebbe senso un mio pronunciamento avverso il profilo politico-culturale israeliano, i cui connotati di stampo occidentale e liberista sono – ad ogni evidenza – assai più prossimi a me che al collega Fiano”.

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Una bufala bella e buona, insomma, cui ho compiuto l’errore di dare ossigeno- sottolinea l’esponente fittiano-. Ed una strumentalizzazione fuori misura, che al lettore in buona fede dovrebbe rendere sufficientemente chiaro chi – su certi temi – ‘ci marcia’, tirando in ballo Tragedie della storia, troppo drammaticamente più grandi di me e di noi, a solo fine speculativo. Nessuna forma, diretta o subdola, di ‘antisemitismo’ nel mio intento e nel mio animo. E chi ne ha anche dottamente argomentato ha proprio preso un granchio, o è in cattiva fede”.

“Resta tuttavia, inalterata, la mia convinzione di poter pensare di qualcuno che sia una ‘testa di…’, e di avere la libertà di dirglielo (quante volte, io per primo, ricevo epiteti che vanno messi in conto, se fai politica in modo schietto e trasparente…) incurante delle vestali della political correctness a senso unico. Di certo, la prossima volta lo dirò esprimendo direttamente la ‘doppia zeta‘, a scanso di equivoci. Ribadisco pertanto le mie scuse a chi, per davvero e fraintendendomi, si sia sentito offeso. E voglio ringraziare tutti quelli che – avendomi correttamente interpretato – mi hanno manifestato la loro solidarietà o espresso critiche sincere e motivate. Alle tifoserie dell’una e dell’altra parte, che non hanno perso occasione per esibire il peggio, non credo di dovermi rivolgere: esse hanno reagito pavlovianiamente, come si conviene – appunto – al tifo irrazionale”, conclude.

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